Elezioni in Algeria, le piazze protestano contro il neo presidente Tebboune: “Voto farsa”
Dopo la lunga presidenza di Bouteflika, la protesta popolare si scatena contro il neoeletto, l’ex premier Tebboune. Gli algerini chiedono una svolta politica
Elezioni in Algeria, le piazze protestano contro il neo presidente Tebboune
I risultati delle elezioni in Algeria sono ora ufficiali: Abdelmadjid Tebboune, 74 anni, ex premier per tre mesi e vicino al Capo di Stato Maggiore Gaid Salah, è stato eletto presidente con il 58 per cento dei voti e quasi 5 milioni di elettori.
Secondo è l’islamista Bengrina al 17 per cento, terzo Benflis e quarto Mihoubi, entrambi al 7 per cento. È forte il malcontento, da sabato 14 dicembre sta scendendo in piazza l’opposizione che considera queste elezioni “una farsa”.
Elezioni in Algeria, dopo i risultati arrivano le proteste
Le proteste riguardano in particolare la capitale, dove i manifestanti continuano a chiedere un cambio radicale della leadership politica, che non si è verificato con le elezioni presidenziali di domenica scorsa.
L’elezione di Abdelmadjid Tebboune, già premier durante la presidenza trentennale di Abdelaziz Bouteflika, ha scatenato le proteste di chi sperava in un cambio radicale. “Tendo la mano alla piazza”, ha detto il neo presidente algerino.
Candidatosi come indipendente, Tebboune, ha avuto molti incarichi nel precedente regime: ministro delle Comunicazioni nel primo governo Bouteflika nel 1999, e poi premier dal 25 maggio all’agosto del 2017.
I manifestanti denunciano che, nella schiera dei cinque candidati alla presidenza, non c’era nessun nome nuovo. Da mesi in piazza, gli algerini chiedono lavoro, rispetto dei diritti e un’ampia e radicale riforma del sistema politico, rimasto invece ancorato all’epoca precedente guidata da Bouteflika. In pratica si sta lanciando una nuova “primavera araba”, che consenta al Paese di voltare pagina su un sistema giudicato dai manifestanti corrotto, opaco e inefficiente.
Ancora profonde nel Paese le ferite prodotte negli anni ’90 dall’ondata terroristica del fondamentalismo islamico con decine di migliaia di vittime, un periodo nel quale gli attentati avvennero in parallelo alla sanguinosa guerra civile. Il tutto si concluse nel 1999, dopo una durissima repressione e con l’elezione del presidente Bouteflika, anche se episodi di violenza sono continuati negli anni successivi.
Tra i commenti sulla situazione algerina, quello di Emmanuel Macron, presidente della Francia, ex Paese coloniale: “Sono molto attento alla situazione in Algeria e alle aspirazioni che il popolo algerino esprime con molta responsabilità, senso civico e dignità da diversi mesi. Spetta agli algerini trovare i mezzi per un vero dialogo e in questo momento della loro storia cruciale la Francia è dalla loro parte”, ha aggiunto Macron.
Il vero vincitore alle elezioni presidenziali in Algeria è però l’astensionismo. Gli algerini si erano infatti schierati in massa per un rinvio del voto, dopo le proteste degli scorsi mesi che avevano portato alla rimozione dell’ex presidente Bouteflika. L’affluenza alle elezioni presidenziali in Algeria è stata del 39,93 per cento, il tasso più basso ad elezioni presidenziali aperte nella storia del Paese, secondo quanto riferito dall’autorità elettorale nazionale indipendente (Anie).
La partecipazione è stata bassa, l proteste imperversano nelle piazze ma “Le Pouvoir”, come tutti chiamano il Potere algerino che ha fortissimamente voluto queste presidenziali, ha comunque ottenuto ciò che voleva.