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Elezioni Afghanistan 2019: tutto quello che c’è da sapere

Immagine di copertina
Abdullah Abdullah e Ashraf Ghani, presidente uscente dell'Afghanistan Credits: Abdullah Abdullah /Twitter; Ashraf Ghani/AFP

Elezioni Afghanistan 2019: tutto quello che c’è da sapere

Oggi, sabato 28 settembre 2019, si tengono le elezioni in Afghanistan. È la quarta volta dal 2001 che gli afgani sono chiamati a votare. I seggi sono aperti dalle 7 ora italiana di questa mattina.

Intanto, un’esplosione ha ferito 15 agenti vicino ad un seggio presidenziale a Kandahar City, Afghanistan del sud. Lo ha riferito un funzionario dell’ospedale di Mirwais.

Non c’è particolare entusiasmo fra gli elettori: le minacce dei talebani, i sospetti di possibili brogli e l’instabilità politica che caratterizza da anni il Paese potrebbero spingere molti a rimanere a casa.

Le trattative di pace tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e i leader talebani sono definitivamente fallite il 7 settembre. Trump ha annunciato con un tweet di aver cancellato il suo incontro segreto a Camp David con i talebani e ha affermato di non poterli più considerare interlocutori “affidabili”, dopo la loro rivendicazione dell’attacco del 5 settembre a Kabul, in cui hanno perso la vita 12 persone, tra cui anche un soldato americano. Un accordo con i talebani avrebbe potuto impedire nuove elezioni, portando alla formazione di un governo ad interim fino alla conclusione di un nuovo negoziato.

Il fallimento dell’accordo ha condotto a un’intensificazione delle aggressioni, sia da parte dei talebani che da parte degli Stati Uniti: soltanto la settimana scorsa sono stati 150 i morti tra attacchi degli islamisti, controffensive governative e raid dei droni americani.

Afghanistan, Trump cancella l’incontro segreto di pace con i talebani

I candidati alle elezioni in Afghanistan

I candidati che corrono alle elezioni sono in tutto quindici:

Ashraf Ghani: il presidente uscente in corsa per un secondo mandato.

Abdullah Abdullah: il Chief executive officer (simile alla nostra carica di premier) Abdullah Abdullah è il candidato del partito a maggioranza tagica Jamiat-e-Islami. I Tajiks sono uno dei principali gruppi etnici presenti in Afghanistan. Abdullah ha condiviso il potere con Ghani negli ultimi 5 anni, in un governo di unità nazionale sotto l’egida degli Stati Uniti.

Ahmad Wali Massoud: ex ambasciatore dell’Afghanistan nel Regno Unito

Gulbuddin Hekmatyar: ex comandante e feroce jihadista, soprannominato “il macellaio di Kabul. È accusato di aver provocato la morte di migliaia di civili durante la guerra civile negli anni ’90.

Abdul Latif Pedram: parlamentare che si è a lungo battuto per i diritti delle donne e per il federalismo.

Rahmatullah Nabil: forte critico della presidenza Ghani ed ex capo dell’intelligence afghana.

Gli altri candidati in corsa sono: Nur-ul-Haq Ulumi, Nurullah Jalili, Faramarz Tamana, Mohammad Shahab Hakimi, Hakim Tursan, Mohammad Ibrahim Alekozai, Ghulam Faruq Nejrabi, Nur Rahman Liwal e Enayatullah Hafiz.

Come si svolgono le elezioni in Afghanistan del 2019

Per il voto si sono registrate all’incirca 9,5 milioni di persone su una popolazione di 33 milioni e i seggi apriranno alle 7 di mattina per chiudere alle 15 del pomeriggio. Il presidente eletto diventa automaticamente non solo capo di Sato ma anche comandante supremo delle forze armate, nomina inoltre un “gabinetto” che deve poi essere approvato dalla Camera bassa del parlamento. I veri duellanti di queste elezioni sono Ghani e Abdullah, rivali anche alla precedente tornata elettorale nel 2014.

Per vincere le elezioni il candidato presidenziale deve ottenere almeno il 51 per cento dei voti totali, un risultato difficile da raggiungere. I risultati preliminari dovrebbero arrivare già il 17 ottobre. Nel caso in cui nessun candidato riesca a raggiungere una maggioranza netta, ci sarà un ballottaggio tra i due principali sfidanti, che dovrebbe tenersi il 23 novembre.

La minaccia del voto da parte dei talebani

Nel 2004 Hamid Karzei è il primo presidente eletto democraticamente dopo l’invasione dell’Afghanistan da parte degli Stati Uniti nel 2001. I talebani lo hanno sempre considerato una marionetta degli “invasori stranieri” e lo stesso hanno continuato a sostenere anche riguardo al successivo presidente Ghani. Per i talebani le elezioni non potranno che portare al nuovo dominio di un governo manovrato dall’esterno e per questa ragione hanno già annunciato di voler ostacolare la votazione.

L’allarme per le elezioni e le misure di sicurezza adottate

Il ministro dell’Interno ha già fatto sapere che schiererà 72mila agenti per far fronte a ogni emergenza. Fuori da ciascuno dei circa 5mila centri elettorali, allestiti in tutto il Paese, ci saranno tre distinti cordoni di sicurezza, presidiati da poliziotti, intelligence e personale dell’esercito nazionale afghano. 2mila seggi resteranno chiusi per mancanza di sicurezza.

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