Orrore a El Salvador: centinaia di detenuti ammassati nelle prigioni nonostante il Coronavirus
El Salvador, detenuti ammassati nelle prigioni nonostante il Coronavirus
Hanno fatto il giro del mondo le foto, provenienti dalla repubblica di El Salvador (in America centrale), che ritraggono centinaia di detenuti ammassati nelle sale comuni di molte prigioni mentre nelle loro celle erano in corso alcune perquisizioni straordinarie. In un periodo in cui tutto il mondo ha adottato misure di distanziamento sociale per affrontare l’emergenza Coronavirus, infatti, le immagini dei carcerati – alcuni dei quali dotati di mascherina – radunati in piccole stanze in barba a ogni protocollo di sicurezza hanno attirato moltissime polemiche sul presidente di El Salvador, Nayib Bukele, che ha ampiamente pubblicizzato sui social network la propria iniziativa.
Nelle ultime settimane a El Salvador si è registrata una forte impennata della violenza di strada e degli omicidi. Solo nello scorso weekend, ad esempio, sono state uccise oltre 50 persone. Il capo dello Stato ha attribuito la responsabilità di questo aumento di reati gravi ai gruppi criminali attivi a El Salvador, le cosiddette “maras”, accusandoli di approfittare della pandemia di Covid-19 e dello sforzo delle forze dell’ordine nel contenerla. Così, Bukele sabato scorso ha ordinato lo stato di emergenza, che tra le altre cose ha previsto l’isolamento dei leader delle bande criminali e il confinamento obbligato in cella lungo tutta la giornata, oltre alle perquisizioni speciali all’interno delle celle e alla possibilità di sistemare nella stessa cella esponenti delle due organizzazioni rivali piu’ pericolose del Paese, note come Marasalvatrucha e Mara18. Bukele ha inoltre diffuso un comunicato con il quale avverte che “l’utilizzo della forza letale è autorizzato per tutelare la vita propria o dei salvadoregni”.
El Salvador, va ricordato, è il Paese con il tasso di omicidi per abitante più alto al mondo: circa 62 ogni 100mila all’anno. Per quanto concerne l’emergenza Coronavirus, invece, al momento i casi registrati sono poco più di 300, con 8 morti e circa 20mila tamponi effettuati.
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