A El Salvador una donna dovrà restare in carcere altri 20 anni per aver abortito
Il tribunale ha respinto l'appello della donna, in carcere da quasi dieci anni. Secondo la testimonianza della diretta interessata si è trattato di un aborto spontaneo
Un tribunale di El Salvador ha respinto l’appello di una donna che nel 2008 era stata condannata a 30 anni di carcere per aver abortito.
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Un aborto spontaneo secondo la testimonianza della diretta interessata, la 37enne Teodora del Carmen Vasquez. I suoi accusatori, invece, sostengono che la donna abbia ucciso volontariamente il neonato dopo averlo partorito prematuramente, gettandolo poi nello scarico del bagno.
Nell’aprile 2007 la donna era stata fermata dalle forze dell’ordine dopo che lei stessa, che non sapeva di essere incinta, aveva chiamato i soccorsi per aver abortito spontaneamente poco tempo prima della fine della gravidanza.
L’anno successivo Vasquez era stata condannata per omicidio aggravato. Secondo l’autopsia, la bambina sarebbe nata viva e subito dopo soffocata dalla madre.
Dopo quasi dieci anni di prigione, la sentenza d’appello non è riuscita a ribaltare il verdetto originale. La donna dovrà quindi restare in carcere per i prossimi 20 anni.
La decisione del tribunale salvadoregno è stata contestata da diverse associazioni che lottano in difesa dei diritti umani.
“La tragica storia di Teodora è una triste rappresentazione di tutto ciò che non funziona nel sistema giudiziario di El Salvador, dove i diritti umani sembrano essere un concetto estraneo”, ha detto Erika Guevara-Rosas, direttrice di Amnesty International per le Americhe.
“Invece di punire Teodora per essere una donna, le autorità di El Salvador dovrebbero con urgenza rivedere le loro scandalose leggi anti-aborto e prendere provvedimenti per abrogarle”, ha aggiunto.
El Salvador è uno dei pochi paesi dell’America latina dove l’aborto è totalmente vietato.
Tuttavia, all’inizio del 2017 è stato introdotto un disegno di legge parlamentare che, in caso di conferma, renderebbe lecito l’aborto in caso di stupro o gravidanza pericolosa per la salute della madre.
Una coalizione di ONG, guidata da Agrupación Ciudadana e dal Centro per i diritti riproduttivi, ha lanciato la campagna online “Las 17” per chiedere il rilascio di donne che hanno avuto emergenze ostetriche e che sono state accusate di aborto illegale e poi condannate per omicidio. Nel luglio 2014 un’altra donna Evelyn Beatriz Hernandez Cruz, era stata condannata a 30 anni di carcere per aver abortito. La donna aveva subito violenze.
Le due organizzazioni hanno presentato i due casi davanti alla Commissione interamericana per i diritti umani (IACHR).