Egitto: altri 45 giorni di carcere per Patrick Zaki
Egitto: altri 45 giorni di carcere per Patrick Zaki
È stata prolungata di altri 45 giorni la custodia cautelare in carcere di Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’Università di Bologna arrestato a febbraio 2020. Lo riporta l’Ansa, citando Lobna Darwish, rappresentante dell’Ong “Eipr” (“l’Iniziativa egiziana per i diritti personali”), dopo un’udienza svoltasi lunedì 12 luglio. Zaki era stato arrestato l’8 febbraio 2020 dalle forze di sicurezza egiziane poco dopo essere atterrato al Cairo, con l’accusa di propaganda sovversiva su internet.
Una settimana fa, la Camera dei deputati ha approvato una mozione che chiede al governo di conferire la cittadinanza italiana a Patrick Zaki. La mozione approvata con la sola astensione dei deputati di Fratelli d’Italia, chiede al governo di “avviare tempestivamente mediante le competenti istituzioni le necessarie verifiche al fine di conferire a Patrick George Zaki la cittadinanza italiana” e di “continuare a sostenere, nei rapporti bilaterali con l’Egitto e in tutti i consessi europei ed internazionali, l’immediato rilascio di Patrick Zaki e di tutti i prigionieri di coscienza”. Ad aprile anche il Senato aveva approvato una mozione per conferire la cittadinanza italiana al ricercatore, che a Bologna seguiva un master in studi di genere.
“Mi chiedo se anche dopo il secondo voto del parlamento in favore di Patrick Zaki il governo italiano continuerà a invitare alla cautela e al silenzio, oppure prenderà qualche iniziativa. Ad esempio, convocando l’ambasciatore d’Egitto in Italia per esprimere il proprio scontento”, ha detto dice Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, commentando la notizia dell’ennesimo rinnovo della custodia cautelare per Zaki. “Ci sono volute 48 ore per conoscere un esito che purtroppo molti davamo per scontato, una sentenza ancora una volta crudele, che farà aumentare fino a oltre un anno e mezzo la detenzione senza processo e senza possibilità di difendersi”, ha aggiunto Noury.
Secondo gli avvocati di Zaki, dopo il suo arresto è stato interrogato all’aeroporto per 17 ore dagli agenti dell’Agenzia di sicurezza nazionale egiziana (NSA), che lo hanno tenuto bendato e ammanettato mentre lo torturavano con scosse elettriche oltre a picchiarlo sulla pancia e sulla schiena. Zaki rischia fino a 25 anni di carcere per il contenuto di dieci post di un account Facebook che la sua difesa considera falso.