Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 06:00
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Ecco perché il Regno Unito potrebbe non uscire dall’Ue prima del 2019

Immagine di copertina

Le ipotesi di un’attivazione della procedura di uscita già alla fine di quest’anno si fanno sempre più esili

Si fa sempre più probabile la possibilità che il Regno Unito non esca dal blocco europeo prima del 2019 per una serie di motivi. Le ipotesi di un’attivazione della procedura di uscita già alla fine di quest’anno si fanno sempre più esili.

Uno dei principali ostacoli è di natura prettamente organizzativa: i due ministeri che porteranno avanti l’operazione Brexit non sono ancora pronti per poter far partire l’imponente macchina di negoziazione dopo l’attivazione della clausola 50 del Trattato di Lisbona. David Davis, capo del Ministero Brexit, creato ad hoc dal nuovo governo per traghettare il paese fuori dall’Unione Europea, non ha ancora a disposizione il personale necessario.

Si tratta di almeno 250 addetti altamente qualificati in materia, mentre al momento ne sono stati assunti solamente 110. Stesso problema per Liam Fox, a capo del delicatissimo Ministero per il commercio internazionale, che ha per adesso reclutato solamente 100 esperti sui totali 500 di cui avrà bisogno.

È importante ricordare che in ambedue i ministeri il personale sarà impegnato sia a Londra che nelle diversi sedi europee. Altra fondamentale causa di ritardo sono le elezioni in Francia e Germania il prossimo anno. Diversi parlamentari e voci autorevoli, fra cui il nuovo sindaco laburista di Londra Sadiq Khan, sostengono che sarebbe bene attendere l’esito elettorale di due grandi stati come Germania e Francia per poter far partire e concludere i negoziati con gli stessi governi.

Un cambio di colore politico nelle controparti con i negoziati già in corso influenzerebbe di certo le trattative poiché è legittimo pensare che un governo opererebbe diversamente dal precedente.

Altro ostacolo da affrontare è la questione norvegese. La Norvegia, modello al centro della propaganda del movimento pro leave fa parte dell’European Free Trade Association, dove determinati stati accedono al libero mercato europeo senza essere membri dell’Unione europea.

La Norvegia non vede di buon occhio l’ingresso del Regno Unito, come dichiarato da Elisabeth Vik Asparker, Ministro per gli affari europei in Norvegia. Questo potrebbe infatti cambiare di molto l’assetto dell’organizzazione con l’ingresso britannico, sia per bilanciamento di poteri al suo interno, sia per il fatto che gli accordi che l’European Free Trade Association ha con altri 38 paesi nel mondo, andrebbero completamente rinegoziati.

Il Regno Unito era fra i paesi fondatori dell’Efta sin dal 1960, ma nel 1972 ne uscì per entrare a far parte dell’allora Comunità Economica Europea. La Norvegia ha potere di veto all’interno dell’organizzazione.

A cura di Maurizio Carta

Ti potrebbe interessare
Esteri / Blackout a Porto Rico: il 90% dell’isola resta senza elettricità a Capodanno
Esteri / La denuncia dell’Onu: “L’assistenza sanitaria a Gaza è sull’orlo del collasso per gli attacchi di Israele contro gli ospedali”
Esteri / Sull’isola di Kiritimati nell’Oceano Pacifico è già cominciato il 2025
Ti potrebbe interessare
Esteri / Blackout a Porto Rico: il 90% dell’isola resta senza elettricità a Capodanno
Esteri / La denuncia dell’Onu: “L’assistenza sanitaria a Gaza è sull’orlo del collasso per gli attacchi di Israele contro gli ospedali”
Esteri / Sull’isola di Kiritimati nell’Oceano Pacifico è già cominciato il 2025
Esteri / Corea del Sud: emesso un mandato d’arresto per il deposto presidente Yoon Suk Yeol
Esteri / Il messaggio di fine anno di Xi Jinping a Putin: “La Cina promuoverà la pace nel mondo”
Esteri / Anp: Gaza ha perso il 6% della popolazione dal 7 ottobre 2023. Al-Jazeera: "Uccisi da allora 222 giornalisti palestinesi". Onu: "Assistenza sanitaria al collasso per i raid dell'Idf sugli ospedali". Houthi rivendicano attacchi dallo Yemen contro Israele. Tel Aviv: “Basta o farete la fine di Hamas, Hezbollah e Assad”. Usa bombardano la capitale Sana'a. Francia colpisce l'Isis in Siria. Casa bianca sanziona un'organizzazione dei Pasdaran iraniani: "Volevano influenzare le presidenziali"
Esteri / L’ultimo regalo di Biden all’Ucraina: gli Usa concedono altri 2,5 miliardi di dollari di aiuti militari a Kiev
Esteri / Siria: Maysaa Sabrine è stata nominata governatrice della Banca centrale
Esteri / Siria: oltre 30 morti negli scontri tra le forze curde e le milizie filo-turche nella regione di Manbij
Esteri / Iran: Cecilia Sala è stata arrestata per una presunta “violazione delle leggi islamiche”