“Sono sopravvissuto al Bataclan, ma la marcia contro le armi negli Usa è patetica”: parla il frontman degli Eagles of Death Metal
Jesse Hughes, frontman degli Eagles of Death Metal, da sempre a favore del libero possesso di armi, ha ricoperto di insulti i giovani attivisti organizzatori della grande March For Our Lives negli Stati Uniti
Nelle ultime ore hanno fatto scalpore le pesanti dichiarazioni di Jesse Hughes, il leader della rockband statunitense Eagles of Death Metal, il cui concerto al Bataclan del 13 novembre 2015 venne violentemente interrotto dall’irruzione di alcuni terroristi jihadisti che fecero fuoco sulla folla con fucili e bombe a mano.
La rockstar si è scagliata contro i giovani studenti a capo del movimento Never Again, organizzatori della grande March For Our Lives (Marcia per le nostre vite) che sabato 24 marzo 2018 ha inondato di persone le strade e le piazze di tutto il mondo per chiedere al governo Usa norme più restrittive sul possesso di armi da fuoco.
Sopravvissuto alla terribile notte degli attentati di Parigi, durante la quale persero la vita 130 persone, Hughes aveva già all’epoca criticato la politica “anti-armi” del governo francese, domandando provocatoriamente:
“La vostra legge ha forse impedito la morte di una singola persona al Bataclan? Se qualcuno può rispondere di sì, mi piacerebbe sentirlo, perché io non credo proprio”.
Il 26 marzo 2018, invece, ha deciso di utilizzare il suo profilo Twitter per pubblicare ben cinque post contro i giovani attivisti di Parkland, accusando i sopravvissuti alla strage di essere dei pigri approfittatori in cerca di attenzioni.
Il principale bersaglio dei suoi insulti è Emma González, la carismatica studentessa divenuta il simbolo del movimento grazie ai suoi appassionati interventi.
In un post (poi rimosso) Hughes aveva condiviso una fotografia della ragazza modificata al computer, che la ritraeva nell’atto di strappare la Costituzione americana, corredata dal commento: “Guardate….L’Orrendo Volto del Tradimento….sopravvissuta del Nulla….Amante del Tradimento…..goditi il tuo piccolo momento….sta per finire”.
Nella foto originale, pubblicata da Teen Vogue, Emma strappava un bersaglio da tiro a segno.
EODM’s Jesse Hughes posted these two images along with a doctored photo of #EmmaGonzalez ripping up the Constitution https://t.co/cVLnG26qga pic.twitter.com/xBx1szdP2R
— Consequence of Sound (@consequence) 26 marzo 2018
Il rocker quarantacinquenne ha esteso le accuse a tutti i partecipanti alla grande manifestazione anti armi, accusando i ragazzi di stare sfruttando la morte dei loro compagni “per un paio di like su Facebook e un po’ d’attenzione mediatica”, oltre che per marinare la scuola.
“Potrebbe essere divertente se non fosse così patetico e disgustoso”, commenta, lapidario, Hughes, la cui strategia appare però incredibilmente simile a quella a suo parere orribilmente adottata dai giovani attivisti.
Per tornare alla ribalta è bastata qualche scandalosa dichiarazione, un paio di meme volgari e irriverenti (come quello in cui si paragona l’efficacia della rinuncia alle armi da fuoco per fermare la violenza all’amputazione del proprio pene per fermare lo stupro) e una lettera d’amore per il secondo emendamento, che garantisce il diritto di possedere armi.
But did you read what he said? pic.twitter.com/ljT8EXD380
— Christian Meza (@ab_negleo) 26 marzo 2018
Tra le immagini poi rimosse dal profilo c’era anche un meme con tre “pillole amare”, contrassegnate dalle frasi “le nostre pistole non vanno da nessuna parte”, “ci sono solo due generi” e “Donald Trump sarà il vostro presidente per altri 7 anni”.
“Da sopravvissuto di una sparatoria posso dirvi di prima mano che tutto il vostro protestare e prendervi giorni liberi da scuola insulta la memoria di quanti sono stati uccisi” scrive Hughes “e voi insultate me e ogni altro amante della libertà con ciascuna delle vostre azioni.. Lunga vita al Rock’n’Roll… e possa ognuno di questi disgustosi e vili abusatori dei morti vivere il più a lungo possibile, in modo da avere il tempo per vergognarsi… e siano maledetti…”.
I post, sconclusionati e feroci, sono costati un certo numero di fan alla band, tanto da spingere il suo leader a rimuoverli ed annunciare l’apertura di un secondo profilo Twitter dedicato esclusivamente alle sue opinioni politiche, mantenendo la sua pagina ufficiale solo per condividere la sua musica.