Dugina, Mosca accusa i servizi ucraini: “Uccisa da una donna fuggita in Estonia”. Putin: “Crimine vile e crudele”
Dugina, Mosca accusa i servizi ucraini: “Uccisa da una donna fuggita in Estonia”. Putin: “Crimine vile e crudele”
A meno di due giorni dall’attentato che ha tolto la vita a Daria Dugina, figlia dell’ideologo ultranzionalista Aleksandr Dugin, le autorità russe hanno individuato il colpevole. A essere accusata è una cittadina ucraina, Natalya Pavlovna Vovk, scappata in Estonia subito dopo la morte della 29enne. “Un crimine spregevole e crudele”, ha commentato oggi Vladimir Putin, che ha descritto Dugina come “una persona brillante e talentuosa” e una “patriota russa”. L’attivista e giornalista è morta sabato sera nell’esplosione di un ordigno collocato sotto il sedile della sua automobile, nei pressi di Mosca. Secondo le prime ricostruzioni, nell’auto si sarebbe potuto trovare anche il padre, che avrebbe scelto di usare un’altra auto all’ultimo minuto.
Anche Dugin ha commentato pubblicamente l’accaduto, chiedendo “più della semplice vendetta o punizione”. “Abbiamo solo bisogno della nostra Vittoria”, ha detto il politologo di estrema destra, affermando che sua figlia è stata uccisa “di fronte ai miei occhi”.
Secondo i servizi russi, a piazzare la bomba sarebbe stata la 43enne Vovk, entrata in Russia con la figlia dodicenne il 23 luglio scorso. Il Servizio federale per la sicurezza della Federazione russa (Fsb) l’ha accusata di aver agito per conto dei servizi ucraini, affittando un appartamento nello stesso stabile di Dugina per sorvegliarla. Sabato sera Vovk avrebbe seguito Dugina al festival “Tradizioni”, a cui si trovava anche il padre della vittima, e avrebbe collocato l’ordigno, prima di lasciare il paese usando una Mini Cooper a cui avrebbe cambiato più volte la targa.