Due miliardi di persone a rischio contagio Zika
Secondo i ricercatori, un gran numero di persone tra Africa e Asia vive in un ambiente nel quale è difficile prevenire, annientare e curare il virus
Oltre due miliardi di persone potrebbero rischiare di contrarre il virus Zika in diversi paesi dei continenti africano e asiatico, secondo quanto riportato da un gruppo di scienziati nella rivista The Lancet Infectious Diseases.
Secondo un team di ricercatori provenienti dall’università di Oxford, da quella di Toronto in Canada, e dalla scuola di Igiene e Medicina Tropicale di Londra, le popolazioni dell’India, Indonesia e Nigeria sono quelle maggiormente esposte a rischio di contrarre il virus Zika. Tuttavia l’immunità al virus potrebbe già esistere in alcune di queste zone e potrebbe ridurre tale rischio.
Per ottenere questi risultati e costruire un modello previsionale, gli scienziati hanno utilizzato i dati sul numero di viaggiatori che prendono l’aereo.
Il virus in questione è stato isolato per la prima volta nel 1947, da una scimmia nella foresta Zika in Uganda, da cui prende anche il nome. Da allora ha causato piccoli e sporadici focolai in alcune parti dell’Africa e del sudest asiatico.
Il primo caso di contagio su un essere umano si è verificato in Nigeria nel 1954, ma è stato ignorato dalla comunità scientifica per decenni. Ci si è iniziati a interessare al virus solo nel 2007, quando un focolaio è esploso nell’isola di Yap, in Micronesia.
L’ultimo caso
accertato in ordine di tempo è quello del 29 agosto a Singapore,
dove sono stati identificati 56 casi di trasmissione a livello locale
del virus.
Il team di ricercatori ha annunciato che un gran numero di persone vive in un ambiente nel quale è molto difficile prevenire, annientare e curare il virus.
I fattori presi in considerazione dagli scienziati sono stati: il numero di persone che ha viaggiato dalle zone colpite dal virus Zika in Sud America verso l’Africa e l’Asia, la presenza di zanzare e insetti che possono trasmettere il virus e il clima delle regioni dove è più alto il rischio che si sviluppino focolai.