Due italiani sono rimasti uccisi in un parco nazionale in Zimbabwe
Claudio e Massimiliano Chiarelli sarebbero stati colpiti per errore durante un'operazione contro il bracconaggio condotta da ranger locali
Due cittadini italiani originari di Padova sono rimasti uccisi in Zimbabwe in circostanze ancora da chiarire. La notizia è stata diffusa nella tarda serata di domenica 13 marzo 2016 dall’Unità di crisi della Farnesina.
I due uomini, Claudio Chiarelli di 50 anni e Massimiliano, il figlio diciannovenne, risiedevano da tempo nel paese africano. Il primo era un cacciatore professionista che svolgeva l’attività di guida nei safari turistici e si trovava in Zimbabwe da più trent’anni. Infatti, il figlio Massimiliano era nato proprio a Harare, capitale del paese.
Secondo le prime indiscrezioni, riportate da Il Mattino di Padova, i Chiarelli erano stati chiamati dalle guardie forestali del parco nazionale di Mana Pools, nel nord del paese, per aiutarli nella lotta ai cacciatori di frodo.
Scambiati essi stessi per bracconieri, sarebbe stati uccisi proprio dai ranger. Sono ancora in corso le indagini per verificare le circostanze esatte dell’incidente.
Il sito dell’Autorità dello Zimbabwe per la gestione dei parchi e della fauna selvatica ha ricostruito l’incidente in una dichiarazione in cui si legge.
“I ranger … si sono imbattuti in un fuoco da campo nella folta vegetazione, e hanno sospettato che appartenesse ai cacciatori di frodo. I ranger hanno conitnuato a seguire le tracce dei bracconieri. Più tardi, hanno intravisto dei movimenti nella vegetazione e sentito delle voci. Hanno aperto il fuoco sparando per errore ai due [Claudio e Massimiliano Chiarelli] e uccidendoli sul colpo”.