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Costrette all’asportazione dell’utero o drogate per non sentire i dolori mestruali, così lavorano le donne in India

Immagine di copertina
Credit: AFP

Le condizioni allarmanti delle donne lavoratrici indiane

Perché sempre più lavoratrici in India stanno asportando l’utero?

Negli ultimi mesi in India sono emerse notizie molto preoccupanti sulle lavoratrici donne e le mestruazioni. Nella regione di Marathwada molte raccoglitrici di canna da zucchero vengono sterilizzate per essere più produttive. Con l’asportazione dell’utero alle contadine, il datore di lavoro si garantirebbe la loro totale efficienza; l’indisposizione periodica si traduce infatti nell’incapacità di svolgere le usuali mansioni nei campi, racconta Barbuto su Libero. Un’altra notizia sconvolgente riguarda le lavoratrici tessili indiane del Tamil Nadu, nel sud del paese, che, a detta della Bbc, vengono drogate per non sentire i dolori del ciclo.

Le mestruazioni sono da sempre un tabù in India, le donne mestruate sono ritenute infatti impure e sono ancora escluse dagli eventi sociali e religiosi. Negli ultimi anni, queste usanze arcaiche sono state sempre più contestate, soprattutto dalle donne istruite che vivono nelle grandi città indiane.

Ma due recenti report mostrano che il rapporto molto problematico dell’India con le mestruazioni non si è placato. La stragrande maggioranza delle donne, in particolare quelle provenienti da famiglie povere e senza istruzione, sono costrette a fare scelte che hanno un impatto irreversibile sulla loro salute e sulla loro vita.

I media indiani hanno rivelato che nella regione del Maharashtra migliaia di giovani donne sono state sottoposte a interventi chirurgici per rimuovere l’utero. In un numero considerevole di casi lo hanno fatto per poter lavorare come raccoglitrici di canna da zucchero.

Ogni anno, decine di migliaia di famiglie povere dei distretti di Beed, Osmanabad, Sangli e Solapur migrano verso i più ricchi distretti occidentali dello stato per lavorare per sei mesi nei campi di canna da zucchero.

Una volta lì, sono in balia degli avidi datori di lavoro. In genere i proprietari dei campi sono riluttanti ad assumere donne perché il taglio della canna è un duro lavoro e le donne possono perdere un giorno o due di lavoro durante il periodo di ciclo mestruale.

Inoltre le condizioni di vita sul posto di lavoro sono tutt’altro che favorevoli: le famiglie vivono in capanne o tende vicino ai campi, non ci sono servizi igienici e poiché la raccolta viene talvolta svolta anche di notte, non ci sono momenti di riposo totale. E quando le donne hanno il ciclo, diventa molto difficile lavorare e vivere per quei mesi in queste condizioni.

La questione è stata sollevata il mese scorso nell’assemblea statale dal legislatore Neelam Gorhe, e dopo il suo intervento il ministro della sanità del Maharashtra Eknath Shinde ha ammesso che negli ultimi tre anni ci sono state 4.605 isterectomie (tecnica chirurgica che comporta l’asportazione dell’utero, ndr) nel distretto di Beed. Aggiungendo però che non tutte sono state effettuate su donne che lavoravano come mietitrici di canna da zucchero nei campi. Il ministro ha dichiarato che è stata istituita una commissione incaricata di indagare su diversi casi.

La seconda notizia allarmante viene dallo stato meridionale del Tamil Nadu. Le donne che lavorano nel settore dell’abbigliamento sostengono di aver ricevuto droghe senza etichetta sul posto di lavoro – al posto di un giorno libero – quando si sono lamentate per i dolori mestruali.

Secondo quanto riportato dall’inchiesta della Bbc e da Thomson Reuters Foundation, i farmaci venivano raramente forniti da professionisti del settore medico e le sarte, principalmente provenienti da famiglie povere svantaggiate, affermavano che non potevano permettersi di perdere un giorno di lavoro a causa dei dolori mestruali.

In Indonesia, Giappone, Corea del Sud e in altri paesi, alle donne è concesso un giorno di riposo nel periodo delle mestruazioni.

“Anche in India, il governo dello stato del Bihar ha concesso alle donne di prendersi due giorni di riposo in più ogni mese”, dichiara Urvashi Prasad, specialista delle politiche pubbliche del governo indiano.

E l’anno scorso una parlamentare ha presentato una proposta di legge sulle prestazioni mestruali in parlamento, cercando due giorni di riposo ogni mese per ogni donna che lavora nel paese.

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