La donna che in Svezia ha sfidato 300 neonazisti
Tess Asplund ha bloccato da sola una marcia di sostenitori di un partito di estrema destra il primo maggio
Una donna di colore con pugno chiuso che blocca una marcia di trecento neonazisti è diventata il simbolo dell’opposizione all’avanzata dell’estrema destra in Scandinavia.
La foto è stata scattata durante una manifestazione del Movimento Nordico di Resistenza (NRM) a Borlänge, in Svezia, domenica primo maggio.
Il pugno chiuso è il simbolo delle proteste antirazziste degli afroamericani negli Stati Uniti degli anni Sessanta.
“Ho agito d’impulso. Ero arrabbiatissima e ho pensato: non può essere, nessun nazista può marciare nel mio paese”, ha raccontato Tess Asplund al Guardian.
Dopo aver partecipato alla contromanifestazione, ha preso il treno ed è tornata alla sua abitazione per poi scoprire che la foto era diventata virale sui social media.
“I nazisti sono uomini grandi e pazzi, io una piccola donna. Mi chiedo se forse sarebbe stato meglio non farlo, ma al tempo stesso sono felice di essere stata d’esempio e cerco di stare calma”, spiega Tess al giornale britannico.
La sua protesta solitaria ha avuto risonanza in tutto il paese perché l’estrema destra in Svezia sta aumentando le sue attività e trova nuovi sostenitori.
Il partito anti-immigrazione dei Democratici svedesi nei sondaggi oscilla tra il 15 e il 20 per cento e rappresenta l’ago della bilancia in parlamento. Alla sua destra sono nate formazioni politiche di estrema destra come i Nazionalsocialisti dell’NRM con posizioni dichiaratamente antisemite.
L’arrivo di migliaia di rifugiati dal Medio Oriente ha messo in discussione la famosa politica scandinava dell’accoglienza. Manifestazioni di protesta e attacchi ai centri rifugiati sono aumentate negli ultimi mesi e il governo ha deciso di rendere più restrittive le regole per le politiche di asilo.
Asplund, 42 anni e attualmente disoccupata, è un’attivista dell’associazione Afrophobia Focus. Secondo un rapporto delle Nazione Unite, la Svezia ha un serio problema con l’afrofobia, cioè la repulsione razzista nei confronti dei cittadini originari dell’Africa sub-Sahariana.