La donna irachena sfigurata in volto da un mortaio dell’Isis
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Muntaha oggi vive con la famiglia nel campo profughi a nord di Erbil. Fuggita via da Mosul, dopo che la sua casa è stata distrutta e lei ferita gravemente
Oggi Muntaha e la sua famiglia vivono nel campo profughi di Hassan Sham, nella città curda di Erbil, nel Kurdistan iracheno. Seduta a gambe incrociate dentro una tenda, la donna tiene in braccio il suo bambino e racconta la sua triste storia a un quotidiano curdo locale.
Accanto a lei suo marito e i suoi due figli più grandi.
Le sue parole sono accompagnate da una serie di foto in bianco e nero che mostrano com’era Muntaha, prima che alcuni colpi di mortaio sparati dai combattenti dell’Isis a Mosul centrassero anche la sua abitazione e la rendessero irriconoscibile.
Il suo volto ora è un ammasso di cicatrici e di bruciature e anche il resto del corpo è stato completamente devastato dall’esplosione.
Quel giorno in cui i colpi di mortaio hanno raggiunto la sua casa a Mosul, la donna si trovava in cucina intenta a preparare da mangiare. Era incinta di sei mesi. A causa dei traumi fisici, Muntaha ha perso il bambino che portava in grembo.
Nell’esplosione la donna ha perso anche alcune dita della mano ed è stata costretta a sottoporsi a diversi e dolorosi interventi chirurgici.
Muntaha ha chiesto aiuto a un ente di beneficenza e a un’organizzazione affinché le forniscano un sostegno finanziario per il trattamento delle ferite.
La regione del Kurdistan è la patria di oltre 1,8 milioni di rifugiati e sfollati interni fuggiti dalla Siria e da diverse parti dell’Iraq, per la costante minaccia dell’Isis.
(Qui sotto il video in cui Muntaha racconta la storia della sua vita. Credit: YouTube)
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