Il pappagallo coinvolto in un caso di omicidio negli Stati Uniti
Una donna statunitense è stata condannata per l'omicidio del marito, padrone di un cenerino africano che aveva memorizzato le parole della vittima prima di morire
Il 20 luglio 2017 la cittadina statunitense Glenna Duram è stata condannata in primo grado per l’omicidio del marito da una giuria nello stato americano del Michigan, in un caso che – del tutto inaspettatamente – ha coinvolto anche il pappagallo della vittima.
A maggio del 2015 il 46enne Martin Duram è stato ucciso con cinque colpi di pistola dalla moglie 49enne, che poi ha puntato la pistola verso di sé e provare a togliersi la vita.
Glenna Duram si è ferita alla testa ma è sopravvissuta, ma è stata accusata dell’omicidio del marito. Secondo gli investigatori, la donna ha sparato a Martin di fronte al pappagallo di quest’ultimo.
L’ex moglie di Martin Duram, Christina Keller, che si è presa cura del pappagallo dalla morte del suo padrone, ha detto infatti che dopo l’omicidio l’animale ha ripetuto la frase: “Non sparare”, imitando la voce dell’uomo – nella frase era presente anche una parolaccia che è stata omessa.
Come riporta la Bbc, il pappagallo non è stato utilizzato come prova durante il processo, anche se inizialmente gli avvocati avevano ventilato questa possibilità.
I genitori della vittima, tuttavia, concordano sul fatto che l’uccello possa aver sentito la coppia litigare e abbia ripetuto le loro ultime parole.
L’animale in questione si chiama Bud ed è un pappagallo cenerino africano di medie dimensioni appartenente alla famiglia Psittacidae.
La pena di Glenna Duram sarà stabilita dai giudici ad agosto 2017.