L’uomo che mise incinta una donna in coma da 14 anni è stato arrestato
Violenza sessuale e abuso di adulti vulnerabili sono i reati di cui dovrà rispondere
È stato scoperto e arrestato l’uomo che aveva messo incinta una donna in coma da 14 anni originaria dell’Arizona, Stati Uniti. Si tratta di Nathan Sutherland, di 36 anni, infermiere che lavorava presso la struttura (la Hacienda HealthCare) dove è ricoverata da anni la paziente, la quale ha partorito nel dicembre 2018. L’uomo seguiva personalmente nella cura la vittima.
Il capo della polizia di Phoenix, Jeri Williams, è stato il primo a comunicare la notizia. Ha precisato che l’accusato dovrà rispondere dei reati di violenza sessuale e abuso di adulti vulnerabili. Williams, poi, ha rivelato che sono giunti a Sutherland grazie ai campioni di Dna raccolti dagli agenti nel corso delle indagini. Sono stati esaminati, infatti, tutti i geni degli uomini che lavorano nell’ospedale, ma solo quelli del 36enne combaciano con il bambino (o bambina).
Cos’era successo
La vittima è in coma da quasi 15 anni, quando perse coscienza a seguito di un annegamento. Da allora è ricoverata alla Hacienda HealthCare di Phoenix. Nell’ultimo periodo, però, nessuno del personale medico aveva notato qualcosa di insolito nella paziente. Fino a quando, sul finire di dicembre 2018, la donna ha iniziato a dare segnali colti da un’infermiera che le stava accanto.
“Nessuno sapeva nulla, lei si ‘lamentava’ ma non capivano quale fosse il problema – ha dichiarato una fonte – Poi hanno scoperto che era incinta. Lei non è in grado di comunicare, e non poteva difendersi dall’attacco sessuale”.
“Nella stanza potevano accedere molte persone – ha continuato la fonte – Ora, però, le cose sono cambiate. Se un uomo del personale sanitario ha necessità di entrare nel reparto femminile, può farlo solo in compagnia di una collega”.
L’Hacienda HealthCare ha provato a difendersi: “La nostra struttura è attiva nel settore della valle da oltre 50 anni e gode di un’ottima reputazione fornendo assistenza specializzata di alta qualità ai suoi pazienti”.
“Quello che possiamo garantire è che la salute e la sicurezza dei nostri assistiti sono la nostra priorità e che collaboriamo sempre, quando richiesto, in modo trasparente”, ha concluso una portavoce dell’ospedale.