Disgelo e interessi regionali
Colombia e Venezuala si riavvicinano, decidendo di collaborare su temi di sicurezza, energia e commercio
Arriva improvviso il disgelo tra Caracas e Bogotà, riprendono nella giornata di lunedì i colloqui tra i due Paesi a Puerto Ayacucho, capitale dello stato di Amazonas, a sud del Venezuela.
Il presidente colombiano Juan Manuel Santos e Nicolas Maduro, il delfino di Chavez, promettono di recuperare il tempo perduto e promuovono la collaborazione tra i due Paesi: sicurezza, energia e commercio i primi punti dell’agenda politica comune.
Solo due mesi fa Caracas minacciava di “riconsiderare le relazioni con l’attuale governo colombiano”. I rapporti tra i due Paesi sembravano seriamente compromessi dopo la visita ufficiale in Colombia di Henrique Capriles, leader dell’opposizione venezuelana, in cerca del sostegno politico di Santos in seguito alla vittoria di Maduro alle presidenziali del 14 aprile scorso, definite “fraudolente” dallo stesso Capriles.
In realtà, le frizioni tra Colombia e Venezuela cominciano già dai tempi della presidenza Uribe, eletto nel 2002 e fiero oppositore del chavismo. In passato il presidente colombiano aveva spesso accusato Caracas di ospitare nel suo territorio nuclei delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc), noto movimento di guerriglia d’ispirazione marxista.
Toni cordiali hanno dunque scandito l’incontro tra i due presidenti che intendono collaborare a stretto contatto senza ulteriori deragliamenti. Per quanto riguarda l’aperto conflitto tra il governo colombiano e le Farc, il Venezuela ha promesso di aiutare il vicino nella lotta alle forze irregolari e contribuire alla pacificazione del Paese.
Ma perché questa riavvicinamento? I due Stati non godono di buona salute sia a livello economico che politico, e per questa ragione stanno cercando di allacciare rapporti vantaggiosi.
Dopo la morte di Chavez, il governo venezuelano si è indebolito e ora deve trovare legittimazione agli occhi della comunità internazionale. La Colombia, dal canto suo, ha bisogno del sostegno di Maduro per monitorare la frontiera tra i due Paesi, considerata una delle zone più calde del Sudamerica a causa del narcotraffico, del commercio di armi e di merci di contrabbando. Inoltre, Caracas ricopre, insieme a Cuba, il ruolo cruciale di mediatore nei colloqui di pace tra governo colombiano e Farc.
Questa situazione fa sì che l’incontro tra Santos e Maduro non sia solo un consueto appuntamento formale. Non appare strano che alcuni temi caldi discussi durante la riunione rimarranno segreti e non verranno formalizzati nell’agenda condivisa che verrà resa ufficiale il 2 agosto, quando verrà riattivata una commissione di alto livello tra i due Paesi, presieduta dai rispettivi ministri degli Esteri.