Il discorso sullo stato dell’Unione europea di Juncker al parlamento Ue
Il presidente della commissione europea ha tenuto questa mattina l'annuale discorso sullo stato dell'Unione.
Si è tenuto questa mattina l’annuale discorso sullo stato dell’Unione del presidente della commissione europea dal parlamento di Strasburgo. Jean Claude Juncker ha toccato vari temi tra cui immigrazione, Brexit, accordo sul clima, crescita economica, unificazione di Cipro, internet e copyright, disoccupazione, investimenti e altro ancora.
“Un anno fa avevo detto che la situazione nell’Unione europea lasciava a desiderare, non c’era abbastanza Europa e non c’era abbastanza unione nella Ue. A un anno di distanza questa constatazione in Europa resta. La Ue non è in gran forma. Sono cambiate tante cose. Possiamo parlare di crisi esistenziale”, ha detto lui in apertura del suo discorso, sostenendo inoltre che l’ambito in cui cooperiamo insieme è ancora troppo piccolo.
L’integrazione europea non deve piegarsi agli interessi degli stati-nazione in Europa non può diventare un melting pot incolore, sostiene il presidente della commissione Ue, scagliandosi contro il pericolo di populismo.
“Tenere un discorso europeista qui non è così difficile, ma tutti devono fare discorsi europeisti nei loro parlamenti nazionali. Dire sì con entusiasmo a Bruxelles e poi fare finta di non aver partecipato è il contrario di quello che definisco coerenza. Non dobbiamo più menare per il naso i cittadini europei. Li dobbiamo guardare negli occhi: sono stufi di lotte interne e menzogne. Si aspettano risultati e attuazione di quanto decisivo”, ha detto lui chiamando in causa la coerenza degli stati membri.
Non è mancato naturalmente un riferimento alla Brexit. “Rispettiamo e allo stesso tempo ci rammarichiamo della decisione del Regno Unito, ma la Ue in sé non è a rischio. Saremmo felici se la richiesta di lanciare l’articolo 50 avvenga il prima possibile”, ha detto, in linea con quello che i leader europei sostengono da giugno, ovvero che si avvii il prima possibile la procedura di uscita, per non creare ulteriore instabilità all’Europa.
Juncker ha inoltre toccato l’aspetto della disoccupazione, dei diritti sociali e delle divisioni interne. “La disoccupazione è ancora troppo alta e l’ingiustizia sociale continua, nonostante siano stati creati 8 milioni di posti di lavoro”, ha detto, e poi ancor: “Propongo un programma positivo per i prossimi 12 mesi, che saranno decisivi, se vogliamo superare le divisioni tra est e ovest che si sono aperte in questi ultimi mesi. Li dobbiamo superare se vogliamo dimostrare al mondo che l’Europa esiste”, ha detto inoltre il capo dell’esecutivo Ue.
Per quanto riguarda l’immigrazione Juncker ha detto che è pronto “un ambizioso piano di investimenti per l’Africa da 44 miliardi di euro. Si può arrivare fino a 88 miliardi se gli Stati membri contribuiscono”, ha detto spiegando che serviranno per migliorare le condizioni di vita nei paesi ed evitare che migliaia di persone siano costrette a intraprendere pericolosi viaggi per sfuggire a guerre, fame e dittature.