Le 10 parole più cercate su internet negli Stati Uniti durante le presidenziali 2016
Da Trumpery a Braggadocious fino a plagio e oligarchia: ecco la lista stilata da Merriam-Webster
Il dizionario Merriam-Webster ha stilato una lista delle parole che sono state cercate dagli americani su internet durante la campagna elettorale per le presidenziali degli Stati Uniti.
Ecco le prime dieci:
Trumpery: una cosa senza valore, priva di senso. Potrebbe sembrare un neologismo creato appositamente per il candidato Donald Trump, ma in realtà risale al 15esimo secolo, ma era quasi scomparsa dal linguaggio comune. Tuttavia la parola è tornata in auge con la campagna presidenziale ed è stata utilizzata per criticare il candidato repubblicano Donald Trump.
Presumptive: in inglese è un sinonimo meno utilizzato di probabile, ma nelle ricerche è questa parola è schizzata del 504 per cento dopo la decisiva vittoria di Trump in Indiana, il conseguente ritiro di Ted Cruz dalla corsa per le primarie e l’investitura di Trump come ‘probabile’ candidato repubblicano.
Glass Ceiling: Hillary Clinton il giorno della vittoria alle primarie ha affermato di aver distrutto “un soffitto di vetro” nel diventare potenzialmente presidente degli Stati Uniti. L’espressione è utilizzata per descrivere un sistema ingiusto che impedisce ad alcune categorie o classi sociali di ottenere lavori dirigenziali a causa della loro razza o genere sessuale, ma in molti non la conoscevano e hanno dovuto cercarla in rete.
Plagiarism: il 19 luglio la parola è stata tra le più ricercate dopo il discorso fatto da Melania Trump alla convention repubblicana, che assomigliava talmente al discorso di Michelle Obama alla convention democratica nel 2008 da essere considerato un plagio.
Oligarchy: gli americani hanno cercato la parola oligarchia, che deriva dal greco e indica un numero ristretto di persone che gestisce la cosa pubblica, dopo un discorso in cui il candidato alle primarie democratiche Bernie Sanders ha accusato Trump e i repubblicani di voler trasformare la democrazia statunitense in un’oligarchia.
Bigot: il termine offensivo, secondo Merriam Webster è stato molto cercato online, soprattutto dopo che Trump ha definito Hillary Clinton ‘bigotta’, perché eccessivamente devota alle sue opinioni e pregiudizi.
Hombre: la parola spagnola che significa ‘uomo’ è schizzata nelle ricerche del 120mila per cento dopo che Trump l’ha utilizzata nel dibattito presidenziale per riferirsi ai delinquenti.
Braggadocious: la parola sinonimo di arrogante era utilizzata raramente anche nel 17esimo secolo, per essere rispolverata da Trump durante il dibattito televisivo del 26 settembre.
Heavily redacted: anche in questo caso le ricerche su internet sono sensibilmente aumentate dopo che l’Fbi ha rilasciato a una settimana dalle elezioni documenti ‘heavily redacted’, cioè censurati, sull’indagine condotta sulla grazia concessa dal presidente Bill Clinton al finanziere Marc Rich.
Locker-room talk: in italiano ‘a porte chiuse’, l’espressione è stata utilizzata da Trump per descrivere la conversazione dalla quale erano state estrapolate le sue affermazioni offensive nei confronti delle donne.
Altre parole ricercate sono state: deplorevole, misoginia, socialismo, juggernaut, oleaginoso, demagogia, ‘scelta di hobson’.
Insomma, almeno un risultato positivo in queste elezioni c’è stato: molti americani hanno arricchito il loro vocabolario.