Dieci civili uccisi nei bombardamenti aerei dell’esercito siriano su Aleppo
La tregua sempre più in bilico. I civili fuggono dalla città mentre il regime vuole avviare l'offensiva per riprendere il controllo della città in mano ai ribelli
Domenica 24 aprile, dieci civili sono stati uccisi e trenta sono rimasti feriti in un bombardamento condotto dall’aviazione del regime di Assad, che ha colpito un affollato mercato nella provincia di Aleppo, controllata dai ribelli.
Ieri altri dodici civili erano morti in un attacco sferrato dai jet russi impegnati in Siria.
Dopo una breve pausa nei combattimenti, le bombe tornano a cadere costantemente nella provincia di Aleppo e l’escalation militare sta mettendo a dura prova la tregua, con entrambe le parti che si accusano reciprocamente di violazioni.
Le forze governative hanno annunciato nuovi attacchi che mirano a riprendere il controllo completo della città. Per difendere le posizioni, in queste ore starebbero entrando ad Aleppo rinforzi per i ribelli, compresi i militanti di al Nusra, legati ad al-Qaeda.
L’alleanza con gli estremisti sunniti ha scatenato la reazione dei curdi, che controllano le aree dalla provincia a nord della città vicino al confine con la Turchia e sono accusati dai ribelli di collaborare con Damasco.
Prima dello scoppio della guerra Aleppo era la più grande città della Siria, con due milioni di abitanti era la città più grande del paese e il principale polo economico. Adesso la città è spaccata a metà con aree controllate dai ribelli e altre dall’esercito siriano.
Con l’aiuto dell’aviazione russa e delle milizie libanesi sciite alleate del regime, l’esercito di Assad da febbraio è riuscito a tagliare le principali vie di rifornimento nelle aree controllate dagli oppositori.
Oggi, nelle aree controllate dai ribelli, oltre 300mila persone vivono sotto la minaccia quotidiana dei bombardamenti e molti hanno abbandonato la città.
I civili rischiano così di restare intrappolati nella città in guerra, anche perché la Turchia ha rinforzato in controlli alla frontiera, molti siriani vengono respinti e la situazione umanitaria sta tornando a essere preoccupante.
Riprendere il controllo della città è una delle priorità per il governo di Assad perché una vittoria ad Aleppo assesterebbe un colpo mortale alla ribellione moderata in Siria e un segnale alla vicina Turchia che aveva appoggiato l’insurrezione.