“Quest’isola è l’ultima roccaforte di Satana”: il diario del missionario ucciso dalla tribù indigena
“Quest’isola è l’ultima roccaforte di Satana”. È una delle frasi del diario di John Allen Chau, il missionario ucciso nelle isole Andamane da una tribù indigena. “Voi penserete che sono pazzo ma penso valga la pena portare qui la parola di Gesù”, scrive ancora l’uomo, che si era recato a North Sentinel, venendo travolto da una pioggia di frecce.
Il diario di John Allen Chau è stato consegnato alle autorità dalla madre.
Gli autoctoni lo avevano avvertito che i “sentinelesi”, gli abitanti di North Sentinel che fa parte dell’arcipelago delle isole Andamane e Nicobare nel golfo del Bengala, sono molto aggressivi con gli estranei.
Secondo i media locali, il 27enne era un missionario che voleva convertire i membri di quella comunità al Cristianesimo.
“Il mio nome è John, ti amo e Gesù ti ama”, scriveva l’uomo raccontando di aver detto queste parole all’uomo incontrato dopo il primo tentativo di approdo sull’isola.
“Mi sono salvato grazie alla Bibbia che avevo con me”, scrive ancora sul diario ritrovato sulla barca dei pescatori che lo avevano accompagnato sull’isola.
“Dio stesso ci ha nascosto dalla Guardia costiera e da molte pattuglie di controllo. Voi ragazzi potreste pensare che io sia pazzo ma penso che valga la pena portare Gesù a queste persone”, ha detto il missionario.
Dependra Pathak, direttore generale della polizia delle isole Andamane, ha spiegato alla Cnn che Chau, dopo un primo tentativo fallito, è tornato sull’isola e i pescatori non l’hanno più visto tornare indietro ma hanno raccontato di aver visto la tribù trasportare sulla spiaggia il corpo e poi seppellirlo nella sabbia.
La famiglia ha detto di aver perdonato gli uccisori del figlio: “Il nostro John amava Dio, amava la vita, e amava tutti coloro che erano deboli. Verso gli indigeni sentinellesi non aveva che amore: ed è per questo che noi oggi li perdoniamo per averlo ucciso”.
L’isola di North Sentinel e i suoi abitanti
Avvicinarsi a North Sentinel è illegale: bisogna mantenersi a una distanza di 5 chilometri dalla costa.
Nel 2017 il governo indiano ha annunciato che chiunque avesse tentato di raggiungere l’isola, anche solo per fotografarla, sarebbe stato punito con 3 anni di carcere.
Per questo ora i pescatori sette pescatori che hanno accompagnato Chau sono stati arrestati, accusati di aver violato la legge che protegge l’isola e la tribù.
Il divieto è stato imposto per evitare casi come quello di Chau e dei pescatori indiani, ma anche che entrando in contatto con la tribù possono diffondersi tra i suoi membri virus e batteri, sconosciuti al loro sistema immunitario, che potrebbero sterminarli.