I democratici contro l’Fbi dopo la riapertura delle indagini sulle mail della Clinton
Un senatore democratico ha accusato il capo dell'Fbi di aver infranto la legge rivelando la notizia della riapertura delle indagini sulle mail private di Hillary Clinton
Dopo la notizia della riapertura delle indagini dell’Fbi sulle mail private della candidata alla Casa Bianca Hillary Clinton, il senatore democratico statunitense Harry Reid ha attaccato il direttore dell’agenzia investigativa americana James Comey, accusandolo di aver infranto la legge.
In una lettera diffusa il 30 ottobre, Reid sostiene che Comey, in qualità di rappresentante dell’Fbi, diffondendo la notizia dell’inchiesta abbia violato la norma che impedisce ai funzionari statali di influenzare le elezioni. La riapertura dell’indagine è stata resa nota una decina di giorni prima delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, che vedranno contrapporsi il repubblicano Donald Trump alla democratica Hillary Clinton.
Secondo Reid, negli ultimi mesi l’Fbi avrebbe utilizzato un duplice standard per il trattamento delle informazioni riservate, in quello che il senatore definisce “un chiaro intento di favorire un partito politico piuttosto che un altro”.
I messaggi di posta elettronica oggetto dell’indagine sulla Clinton sono stati scoperti nell’ambito di un’inchiesta nei confronti dell’ex deputato Anthony Weiner, in precedenza spostato con una stretta collaboratrice di Clinton, Huma Abedin.
Nella giornata del 30 ottobre è stata diffusa anche la notizia che l’Fbi ha ottenuto il mandato per indagare sulle email trovate nel computer portatile di Weiner.
La scoperta di questi nuovi messaggi di posta elettronica è stata rivelata da James Comey in una lettera al Congresso del 28 ottobre. Il direttore dell’Fbi ha riferito che l’agenzia avrebbe indagato sull’eventualità che i messaggi di Clinton, inviati da un indirizzo privato all’ex deputato, contenessero informazioni classificate.
Secondo quanto riportato dalla stampa americana, la lettera di Comey sarebbe stata inviata contro il parere di alti funzionari del Dipartimento di Giustizia, tra cui il procuratore generale Loretta Lynch.
La candidata democratica si è detta “fiduciosa” del fatto che la nuova inchiesta non cambierà il verdetto del mese di luglio, quando l’Fbi ha stabilito che la Clinton non sarebbe stata perseguita per il suo utilizzo di un server di posta elettronica privata.
Donald Trump ha lodato la decisione del Fbi e ha accusando il Dipartimento di Giustizia di proteggere la Clinton in un “sistema truccato”.