35 civili uccisi dai bombardamenti turchi in Siria
L’esercito turco ha confermato le uccisioni, ma ha dichiarato che le vittime sono miliziani curdo-siriani
Decine di persone sono morte in Siria a causa dei bombardamenti turchi nelle aree controllate dai curdi vicino alla città di Jarablus, nel quinto giorno di operazioni militari condotte da Ankara in territorio siriano con l’obiettivo di respingere lontano dal confine i miliziani dell’Isis e i combattenti curdi.
Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani 20 persone sono morte durante un attacco a Jeb el-Kussa e altre 15 in un bombardamento vicino ad al-Amarneh.
L’esercito turco ha confermato l’uccisione di 25 persone ma ha dichiarato che le vittime sono tutte miliziani curdi. Un soldato turco è stato ucciso da un razzo che ha colpito il blindato su cui si trovava.
Nelle ultime 24 ore l’esercito turco ha condotto 57 attacchi di artiglieria contro 16 obiettivi nel nord nella Siria. Sono stati colpiti “gruppi di terroristi in fuga”, ha comunicato l’esercito, senza precisare se si trattasse di combattenti curdi dell’YPG (il braccio armato del partito dei curdi siriani) o miliziani dell’Isis.
Il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu ha accusato i miliziani curdi dell’YPG di aver compiuto una “pulizia etnica” nel nord della Siria, trasferendo in massa migliaia di curdi al fine di ripopolare le aree sottratte all’Isis.
“Centinaia di persone sono state costrette ad abbandonare la regione e dovrebbero tornare a vivere qui, ma i curdi non vogliono. L’YPG ha messo in atto una sorta di pulizia etnica nella regione”.
“Questo è il motivo per cui i curdi stanno interferendo con l’operazione militare turca”, ha aggiunto, ribadendo che se i curdi siriani passeranno a ovest del fiume Eufrate, “diventeranno un obiettivo da colpire”.
Secondo i curdi dell’YPG, invece, le richieste di Ankara sono solo un pretesto per occupare militarmente territori in Siria.