Dazi, Trump pubblica la lista dei prodotti cinesi tassati. Pechino presenta ricorso
Nell'elenco ci sono prodotti hi-tech ma anche lavatrici e lanciafiamme. La Cina risponde colpendo l'automotive i semi di soia e chiede l'intervento dell'Organizzazione Mondiale del Commercio
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha fatto pubblicare il 4 aprile 2018 la lista dei prodotti provenienti dalla Cina che saranno sottoposti a dazi del 25 per cento, per un valore complessivo pari a circa 50 miliardi di dollari.
L’elenco, che comprende oltre 1.300 beni, tra cui prodotti chimici industriali, medicinali e metalli, è stato compilato sotto la supervisione del rappresentante per il Commercio Robert Lighthizer con l’utilizzo di un algoritmo per minimizzare l’impatto sui consumatori e deve ancora essere completata.
In lista ci sono prodotti ad alta tecnologia nei settori della medicina, delle telecomunicazione e dell’ingegneria aerospaziale, inclusi elicotteri e motori per aerei, ma anche beni meno sofisticati come lavatrici, auricolari, spazzaneve, test per la malaria, defibrillatori, denti artificiali, trivelle, fucili, lanciafiamme e lanciagranate.
Sono invece esclusi, almeno per il momento, gli smartphone e l’abbigliamento.
Il provvedimento mira a rispondere alla “aggressione economica” da parte di Pechino, perpetrata, secondo la Casa Bianca, attraverso il furto e il trasferimento di segreti tecnologici e tutelati dalla proprietà intellettuale nei confronti delle aziende americane.
Funzionari di Washington hanno dichiarato di avere le prove che la Cina ha chiesto ad alcune statunitensi di creare partnership locali per entrare nel mercato cinese, come un modo per fare loro pressioni nel trasferimento tecnologico.
Dopo la pubblicazione della lista dei prodotti cinesi colpiti dai dazi, ci sarà un periodo di 60 giorni durante il quale le aziende interessate potranno fare le proprie osservazioni. Dopodiché l’amministrazione Usa valuterà come procedere.
“L’elenco è stato perfezionato rimuovendo prodotti specifici identificati dagli analisti come suscettibili di causare interruzioni all’economia statunitense e linee tariffarie soggette a vincoli legali o amministrativi”, ha affermato in una nota l’ufficio del rappresentante del Commercio Lighthizer.
“I prodotti sono stati classificati in base al probabile impatto sui consumatori degli Stati Uniti, in base ai dati commerciali disponibili che coinvolgono fonti di paesi alternativi per ciascun prodotto. L’elenco proposto è stato quindi compilato selezionando prodotti dalla lista con il minor impatto sul consumatore”, ha aggiunto la nota.
Alla notizia della lista pubblicata da Washington la Cina ha risposto annunciando a sua volta un elenco di 106 prodotti importati dagli Stati Uniti che potranno essere soggetti a tariffe fino al 25 per cento.
Nella lista compilata dal Consiglio di Stato, il governo cinese, sono compresi prodotti del settore automobilistico, chimico e anche i semi di soia, di cui molto si era discusso nei giorni scorsi.
L’ambasciatore cinese presso l’Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto), Zhang Xiangchen, ha definito i dazi imposti dalla Casa Bianca come una “intenzionale e grossolana violazione” delle regole dell’organizzazione.
Pechino ha annunciato che chiederà l’intervento del Wto.