La ministra danese che vede pericoli nel Ramadan
Inger Stojberg, titolare della delega all'Immigrazione, sostiene che l'osservanza del digiuno può generare situazioni di potenziale pericolo per la collettività
La ministra dell’Immigrazione danese, Inger Stojberg, sostiene che l’osservanza del Ramadan può generare situazioni di potenziale pericolo per la collettività.
In un’editoriale pubblicato sul quotidiano Bt, Stojberg ha citato a titolo di esempio i casi di autisti di autobus e automobilisti che si mettono alla guida dopo ore di digiuno.
Durante il mese del Ramadan i fedeli devono astenersi dal mangiare, bere, fumare e avere rapporti sessuali tra l’alba e il tramonto.
“Voglio invitare i musulmani a prendere congedo dal lavoro durante il mese del Ramadan per evitare conseguenze negative per il resto della società danese”, ha affermato la ministra, esponente del partito di centrodestra Venstre.
“Penso che, come musulmano in una società moderna come quella danese, dovresti considerare quali conseguenze ha per la società la scelta di osservare il Ramadan”, ha aggiunto Stojberg.
“Mi chiedo se un obbligo religioso risalente a 1.400 anni fa può essere conciliato con il sistema sociale e il mercato del lavoro che abbiamo in Danimarca oggi nel 2018”, ha osservato.
La sua posizione ha ricevuto molte critiche da più parti.
L’azienda di trasporti Arriva, che gestisce alcune linee di autobus nel paese, ha sottolineato di non aver mai riscontrato incidenti con conducenti che stavano digiunando.
“Di fatto non è un problema per noi”, ha detto la portavoce Pia Hammershoy Splittorff.
Lo stesso messaggio è arrivato dal sindacato dei trasporti 3F, il cui leader Jan Villadsen si è chiesto se la ministra stesse cercando di creare un problema che non esiste.
L’Unione musulmana della Danimarca ha pubblicato un messaggio sui social media ringraziando Stojberg per la sua preoccupazione, ma ha sottolineato che i musulmani sono adulti perfettamente capaci di prendersi cura di se stessi e della società anche quando digiunano.
Un collega di partito della ministra, Jacob Jensen, ha rimarcato che i politici dovrebbero concentrarsi sulla soluzione di “problemi reali” piuttosto che interferire.
Nel 2016 la Danimarca ha approvato una misura controversa che prevede la confisca degli oggetti di valore dei richiedenti asilo per pagare il loro vitto e alloggio.
La misura è stata paragonata al sequestro da parte dei nazisti di oggetti di valore appartenenti ad ebrei durante la seconda guerra mondiale.
In seguito alle polemiche suscitate il matrimonio e gli anelli di fidanzamento sono stati esclusi dalla disposizione.
La Danimarca ha registrato un picco negli arrivi di richiedenti asilo e migranti irregolari nel 2015, ma i numeri da allora sono diminuiti in modo significativo.