Cuba, “Medici, non bombe”: su TPI tornano gli incontri “Lucha y Libertad”
In diretta su TPI la seconda puntata del ciclo di incontri "Lucha y Libertad” organizzato da Massimiliano Smeriglio, eurodeputato del gruppo S&D, che sarà dedicata al caso Cuba, capace di gestire la pandemia di Covid-19 meglio di altri Paesi e persino di dare un mano al resto del mondo, Italia compresa
“Medici, non bombe”, la strategia vincente adottata da Cuba per contrastare il nuovo coronavirus in patria e nel mondo sarà al centro del secondo incontro del ciclo “Lucha y Libertad. Dialoghi euro-latinoamericani”, organizzato da Massimiliano Smeriglio, eurodeputato indipendente del gruppo S&D, in diretta domani, martedì 22 dicembre alle ore 14:00, su TPI.
Seconda ospite della serie di conversazioni sarà la Prima Viceministra del Commercio Estero di Cuba, Ana Teresita González Fraga. “E’ un piacere sostenere questo dialogo e poter trasmettere il nostro messaggio su diversi temi di attualità importanti a livello internazionale”, sottolinea in anteprima l’esponente politica cubana. “Quest’anno è stato fortemente segnato dal dramma della pandemia che ha colpito la comunità internazionale, senza distinzione tra Paesi ricchi o poveri, ideologia o livelli di sviluppo”.
Al centro del dibattito proprio la gestione della pandemia di Covid-19 a Cuba dove i dati forniti dall’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) parlano di un numero di morti 55 volte inferiore rispetto a quelli registrati in Italia, un caso unico considerando che il Paese è sottoposto da 58 anni a un blocco economico, commerciale e finanziario che limita molto anche l’accesso ai farmaci prodotti all’estero. La strategia vincente adottata da L’Avana per contrastare il nuovo coronavirus ha dato i suoi frutti, tanto da permettere all’isola di inviare ben due missioni sanitarie di soccorso a Crema e Torino.
“Abbiamo contribuito, con la nostra modesta esperienza, ad affrontare la pandemia in 39 Paesi: sono state inviate 53 Brigate Mediche, integrate da più di 4 mila operatori sanitari in diverse nazioni del mondo, da parte del Contingente Internazionale di Medici Specializzati in Situazioni di Disastro e Gravi Epidemie ‘Henry Reeve’, creato nel 2005 dal comandante in capo Fidel Castro per mostrare solidarietà alla popolazione di New Orleans quando fu duramente colpita dall’uragano Katrina,”, ricorda González Fraga. “Da quel momento siamo intervenuti in caso di terremoti, pandemie, catastrofi naturali: siamo stati a Haiti, abbiamo contribuito alla lotta all’Ebola in Africa nel 2014 e quest’anno abbiamo aiutato diversi Paesi, per la prima volta anche europei, come l’Italia”.
“Ho voluto sostenere sin da subito la candidatura della brigata medica cubana Henry Reeve al Premio Nobel per la Pace, una candidatura in cui credo convintamente per la straordinaria umanità e solidarietà dimostrata dagli amici cubani nei confronti del nostro e di tanti altri Paesi”, rimarca l’eurodeputato Smeriglio, secondo cui l’aiuto e la competenza dei cubani potrebbe essere importante anche in futuro. “So che ci sono quattro vaccini in fase di sperimentazione a Cuba, nonostante quelli proposti dalle multinazionali stiano dominando la stampa italiana ed estera: tra l’altro sono molti i ricercatori che si recano sull’isola per acquisire know-how e viceversa molti cubani trascorrono dei periodi di lavoro all’estero”.
Se la pandemia ha dimostrato il vantaggio posseduto dai Paesi con sistemi socio-sanitari pubblici nel contenere la sindrome da nuovo coronavirus, il potenziamento della medicina territoriale deciso negli ultimi mesi a Cuba potrà costituire un modello anche per l’Italia? Per scoprirlo, restate “sintonizzati” sui profili social di TPI.
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