Croazia, abortire è quasi impossibile: migliaia in piazza per protestare contro i medici obiettori
Nonostante l’aborto sia legale in Croazia, nazione fortemente cattolica, in questi giorni il tema è divenuto oggetto di scontri, che sono sfociati anche in proteste di piazza.
L’aumento della pressione religiosa ha fatto sì che il numero di medici abortisti nel Paese fosse sempre più alto. Le proteste di piazza hanno così raccolto migliaia di adesioni, specie per il caso di una donna cui è stata rifiutata l’interruzione di gravidanza nonostante le fossero state diagnosticate anomalie al feto.
Mirela Cavajda era al sesto mese di gravidanza quando i medici l’avevano informata, ad aprile, che il feto aveva un grave tumore al cervello. Le avevano detto che era molto improbabile che nascesse vivo, e che se anche fosse successo, non c’era alcuna possibilità che vivesse a lungo e avesse una vita normale. Cavajda, che ha 39 anni e già un altro figlio, ha detto ad Associated Press che dopo la diagnosi i medici le avevano suggerito di andare in Slovenia per interrompere la gravidanza.
Cavajda racconta che nonostante la diagnosi che aveva ricevuto, quattro ospedali pubblici di Zagabria a cui si era rivolta per abortire si sono rifiutati di praticare l’intervento, senza darle spiegazioni oppure dicendole che non c’erano le condizioni necessarie per interrompere la gravidanza.
La stragrande maggioranza dei 3,9 milioni di croati sono cattolici e la Chiesa svolge un ruolo importante nella società.