Crisi Usa-Iran, folla oceanica ai funerali di Soleimani a Teheran. La minaccia iraniana: “Per gli Stati Uniti sarà un altro Vietnam”
Proseguono le minacce reciproche tra Iran e Stati Uniti, dopo l'uccisione del generale Soleimani e la decisione dell'Iran di non rispettare più gli accordi sul nucleare del 2015
Crisi Usa Iran, ultime notizie
Crisi Usa-Iran, le ultime notizie: 6 gennaio 2020
Ore 18 – Cina pronta a dare supporto a Iraq contro Usa – Oggi il primo ministro iraqeno, Adil Abdul al-Mahdi, ha ricevuto l’ambasciatore della Cina in Iraq, Zhang Tao, che ha espresso la disponibilità di Pechino a fornire supporto logistico e militare nel Paese in caso di conflitto con gli Stati Uniti.
Quest’ultimo sarebbe stato incaricato da Pechino di tenersi pronto per fornire supporto logistico e militare nel paese, in caso di conflitto con gli USA.
Ore 17 – Iran, “neanche morte Trump vendicherebbe Soleimani” – “Anche se colpissimo tutte le basi Usa, o uccidessimo Trump o il suo ministro della Difesa, non sarebbe sufficiente a vendicare l’uccisione di Qassem (Soleimani). Solo l’espulsione degli americani dalla regione lo sarà”. Lo ha detto il brigadiere generale Amir Ali Hajizadeh, comandante delle unità aerospaziali dei Pasdaran, durante i funerali delle generale Soleimani a Teheran.
Ore 16 – Trump, “Iran non avrà mai arma nucleare” – “L’Iran non avrà mai l’arma nucleare”: lo twitta Donald Trump, dopo che ieri Teheran ha annunciato un’altra fase nell’uscita dall’accordo sul nucleare per poter produrre e arricchire l’uranio.
Ore 15:30 – Russia, “accordo nucleare Iran sia priorità per tutti” – Anche la Russia lancia un appello a salvaguardare l’accordo nucleare iraniano e chiede ai partner europei di adempiere ai propri obblighi per assicurare che l’Iran resti impegnato nell’intesa. “Mantenere gli accordi e garantire la loro implementazione deve restare una priorità per tutti i partner”, si legge in un comunicato del ministero degli Esteri di Mosca, dopo la fuga in avanti di ieri di Teheran che ha annunciato di non voler più rispettare i limiti previsti dall’intesa del 2015.
Ore 14 – Camera Usa, “voto per limitare i poteri in guerra di Trump” – La speaker della Camera, Nancy Pelosi, ha scritto una lettera ai deputati spiegando che l’aula introdurrà e voterà una risoluzione simile a quella presentata la scorsa settimana in Senato dal senatore dem Tim Kaine. Si tratta di una risoluzione sui poteri di dichiarare guerra per limitare eventuali azioni militari contro l’Iran da parte del presidente Donald Trump.
Ore 13,30 – Ecco perché Soleimani era in Iraq – Secondo il premier iracheno Adil Abdul-Mahdi, il generale iraniano Qassem Soleimani si trovava in Iraq, dove è stato ucciso con un raid statunitense, per recapitare un messaggio dell’Iran all’Arabia Saudita. L’Iraq, infatti, avrebbe svolto il ruolo di mediatore tra i due Paesi al fine di allentare le tensioni tra i due Paesi. Qui l’articolo completo.
Ore 8,24 – Consigliere Khamenei: “Per gli Usa sarà un altro Vietnam” – “Se gli Stati Uniti non ritirano le forze dalla regione, affronteranno un altro Vietnam”: è quanto dichiarato da Ali Akbar Velayati, consigliere del leader iraniano Ali Khamenei.
“Nonostante le vanterie dell’ignorante presidente degli Stati Uniti, l’Iran intraprenderà un’azione di ritorsione contro la stupida mossa degli americani che li farà pentire” ha aggiunto poi Velayati.
Ore 6,12 – Iran: folla oceanica a Teheran per i funerali di Soleimani – Milioni di persone hanno invaso le strade di Teheran per partecipare alla cerimonia di funebre del generale Qassem Soleimani, ucciso in un raid Usa lo scorso venerdì 3 gennaio.
La folla grida slogan contro gli Stati Uniti, Israele e Gran Bretagna e chiede vendetta per l’assassinio di Soleimani. A guidare le preghiere per Soleimani è Ali Khamenei, guida Suprema dell’Iran. Qui l’articolo completo.
Cosa è successo
A tre giorni dall’uccisione del generale iraniano Qassem Soleimani (qui il suo profilo), la tensione tra Usa e Iran aumenta sempre di più. Nella giornata di domenica 5 gennaio, l’Iran ha annunciato che non rispetterà più gli accordi sul nucleare stretti nel 2015, dichiarando che d’ora in avanti arricchirà l’uranio “senza restrizioni in base alle sue esigenze tecniche.
In serata, il presidente Usa Donald Trump ha gettato benzina sul fuoco scrivendo su Twitter: “Se l’Iran dovesse attaccare qualunque persona o obiettivo americano gli Stati Uniti colpiranno subito anche in maniera sproporzionata”. L’inquilino della Casa Bianca ha poi specificato che: “Questi post serviranno come notifica al Congresso”.