Cresce la tensione fra Cina e Stati Uniti nel Pacifico
Un alto funzionario americano ha confermato che gli Stati Uniti incrementeranno la propria presenza in Asia orientale, inviando unità navali aggiuntive della terza flotta
Gli Stati Uniti invieranno unità navali della Terza flotta della marina in Asia Orientale, a supporto della Settima flotta, di base in Giappone.
Un anonimo alto funzionario americano ha confermato la decisione che il governo di Washington ha preso in seguito al crescere delle tensioni con la Cina.
Di solito, la Terza flotta limita le sue operazioni a est della linea internazionale del cambiamento di data, ben distante dal Mar Cinese Meridionale. La settima flotta invece, composta da 80 imbarcazioni e 140 aerei, ha come scopo principale garantire la sicurezza di Corea del Sud, Giappone e Taiwan.
Greg Poling, del Center for Strategic and International Studies, ha affermato che la mossa del presidente americano Barack Obama è parte di una più ampia strategia che prevede lo spostamento del 60 per cento delle risorse navali degli Usa in Asia, in risposta alla nuova politica assertiva della Cina.
Infatti, il governo cinese reclama l’80 per cento del Mar Cinese Meridionale, rivendicando la piena sovranità delle cosiddette “acque storiche” e contendendo numerose isole ad altri stati, tra cui Giappone, Filippine e Vietnam.
Gli Stati Uniti hanno reagito incrementando la propria presenza militare nel Pacifico e hanno più volte intimato alla Cina di recedere dai propositi espansionistici.
Anche Corea del Sud e India sono preoccupate per la forte presenza di Pechino nella regione. Il Mar Cinese Meridionale è ritenuto di fondamentale importanza strategica ed economica da tutte la parti in causa. Ben 5 bilioni di dollari in commercio passano per le sue rotte marittime.
In questo contesto di tensioni, il governo cinese ha criticato la decisione di Obama e più in generale la politica degli Stati Uniti attraverso Liu Xiaoming, ambasciatore cinese nel Regno Unito: “penso che prima della cosiddetta politica del riequilibrio del Pacifico asiatico operata dagli americani, il Mar Cinese Meridionale era molto più tranquillo. Poi, con il loro intervento, le cose sono drasticamente cambiate”.
Alle parole sono seguiti i fatti. Infatti, mercoledì 15 giugno la Cina ha risposto inviando una nave-spia a sorvegliare le mosse della gigantesca portaerei americana John C. Stennis, che si è unita ad altre imbarcazioni giapponesi e indiane per un’operazione congiunta nel Pacifico occidentale.