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Danimarca, caos sui visoni abbattuti per Covid: “Sepolti vicino a corsi d’acqua potabile, vanno dissotterrati”

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Danimarca, caos sui visoni abbattuti per Covid: “Sono da dissotterrare”

In Danimarca le polemiche legate al caso dei visoni positivi a una mutazione del Covid-19 – così pericolosa da poter mettere a repentaglio l’efficacia del vaccino e dunque abbattuti per preservare la salute pubblica – non accennano a placarsi. Solo qualche giorno fa hanno fatto il giro del mondo le immagini della premier danese Mette Frederiksen (43 anni, socialdemocratica e in carica da giugno dell’anno scorso) che, durante una visita a un allevatore di visoni a Kolding, si è asciugata più volte le lacrime e per la prima volta si è scusata personalmente per la gestione di una crisi ribattezzata dalla stampa “minkgate“. Adesso, però, l’opposizione torna all’attacco e chiede di dissotterrare i visoni. Il motivo? I corpi degli animali abbattuti nelle scorse settimane sarebbero stati sepolti troppo vicini ad alcuni corsi d’acqua potabile, che rischiano così di infettarsi.

Sono quasi 17 milioni i visoni uccisi perché positivi al Coronavirus in Danimarca. Un numero enorme che ha scatenato l’ira degli animalisti e anche le proteste dei cittadini. Il governo, tuttavia, ha scelto di proseguire sulla sua strada per garantire la sicurezza di tutti. Gli animali sono stati sepolti in fosse comuni nello Jutland, in due luoghi di sepoltura diversi. Uno è vicino a un lago balneabile e l’altro non lontano da una fonte di acqua potabile. Una posizione che sta creando allarmismi, visto che si teme che i corsi d’acqua possano in qualche modo trasportare particelle del Covid e quindi provocare nuovi contagi.

Senza considerare che già nei giorni scorsi, in alcune località, sono riemersi alcuni dei cadaveri dei visoni.  L’ultimo caso è stato segnalato in un centro di addestramento militare a Holsterbo ma non è affatto un episodio isolato, ha spiegato il portavoce della polizia nazionale, Thomas Kristensen. Il macabro fenomeno è dovuto alla scarsa quantità di terra, in alcuni casi appena un metro, che è stata posta sopra i cadaveri che, gonfiati dai gas della decomposizione, fanno pressione sul terreno soprastante, tornando così alla luce.

Tempesta politica in Danimarca

La decisione di abbattere i visoni ha già provocato una vera e propria tempesta politica in Danimarca. L’allevamento del visone nel Paese scandinavo risale a 90 anni fa e negli ultimi decenni aveva dato vita a un business, spesso criticato per motivi etici, ma vivacissimo: l’export di pelli di visoni, soprattutto verso i mercati asiatici, fattura circa un miliardo di dollari all’anno, oltre 840 milioni di euro, una parte consistente delle esportazioni nazionali, e coinvolge un migliaio di imprese; circa 6 mila posti di lavoro sarebbero ora a rischio, secondo Kopenhagen Fur, la casa d’aste dove si svolge il mercato mondiale delle pelli.

Nei giorni successivi all’abbattimento, si è saputo che il governo socialdemocratico di minoranza non aveva la copertura legale per ordinare l’uccisione di tutti i visoni: poteva ordinarla solo alle fattorie dove era stato rilevato il contagio o che erano entro 7,8 chilometri dalla struttura in cui era stata rilevata un’anomalia. Sebbene l’esecutivo abbia negoziato al volo una riforma con i suoi alleati di centrosinistra per dare legalità all’ordine e vietare l’allevamento di visoni fino al 2022, la pressione dei media, dell’opposizione e del Parlamento ha costretto a dimettersi il ministro dell’agricoltura, Mogens Jensen. Ma Jensen ha lasciato l’incarico lo stesso giorno in cui sono stati pubblicati i risultati di tre indagini interne, dalle quali risulta che era già stato avvertito a settembre, quando il contagio tra i visoni aveva cominciato a crescere ed era anche stato informato dei problemi legali di un possibile sacrificio dell’intera popolazione.

Intanto il governo continua a negoziare il risarcimento per gli allevatori di visoni, che potrebbe superare di gran lunga i 2.800 milioni di corone (376 milioni di euro) inizialmente calcolati dalle autorità. L’unica buona notizia per l’esecutivo della Danimarca è quella data la settimana scorsa dalle autorità sanitarie: l’allarme creato dalla mutazione del Covid-19 sarebbe rientrato, visto che il ceppo “con grande probabilità” è stato debellato.

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