Covid, lo studio shock: “A dicembre fino a 30mila decessi al giorno nel mondo”
Uno studio realizzato dall’Institute for Health Metrics and Evaluation (Ihme) presso la School of Medicine dell’Università di Washington riaccende l’allerta sul Coronavirus. Le stime della ricerca sono catastrofiche e parlano di un “dicembre mortale”. Secondo le proiezioni del report, infatti, nell’ultimo mese di un anno difficile da dimenticare i morti per Coronavirus potrebbero raggiungere quota 30mila al giorno nel mondo.
Nel più probabile degli scenari dell’Ihme, le nazioni con più morti totali pro capite sarebbero le Isole Vergini americane, i Paesi Bassi e la Spagna. Questo scenario prevede 959.685 decessi totali entro il 1 gennaio nella regione delle Americhe, 667.811 nella regione europea, 79.583 nella regione africana, 168.711 nella regione del Mediterraneo orientale, 738.427 nella regione del sud-est asiatico e 191.598 nella regione del Pacifico occidentale. L’Italia invece non figura tra i primi 10 Paesi che verrebbero maggiormente colpiti.
Al primo posto di questa triste classifica ci sarebbe l’India: le attuali proiezioni stimano che i decessi totali potranno arrivare a quota 56.071 entro il 1 gennaio, con poco meno di 500 morti al giorno a dicembre, fortemente contrastabili con l’uso universale di mascherine e il rispetto del distanziamento.
Il report evidenzia però anche il potere delle misure anti-Covid: gli esperti prevedono infatti che quasi 770mila vite in tutto il mondo potranno essere salvate da qui al 1 gennaio, attraverso l’uso di mascherine e il rispetto del distanziamento sociale. I decessi cumulativi previsti entro il 1 gennaio ammontano a 2,8 milioni, circa 1,9 milioni in più da oggi fino alla fine dell’anno.
“Queste prime proiezioni mondiali per Paese offrono una previsione scoraggiante e una tabella di marcia sull’andamento dell’epidemia che i leader governativi e gli individui possono seguire”, ha affermato il direttore dell’Ihme, Christopher Murray. “Siamo di fronte alla prospettiva di un dicembre mortale, soprattutto in Europa, Asia centrale e Stati Uniti. Ma la scienza è chiara e le prove inconfutabili: indossare la mascherina, rispettare il distanziamento e limitare gli assembramenti i sociali sono fondamentali per aiutare a prevenire la trasmissione del virus”.
Lo studio prevede tre scenari possibili. Nella peggiore delle ipotesi, l’utilizzo delle mascherine rimane ai tassi attuali e i governi continuano ad allentare i requisiti di distanziamento: questo atteggiamento porterebbe a 4 milioni di morti totali entro la fine dell’anno; un altro scenario, “migliore”, con 2 milioni di morti totali se l’uso della mascherina sarà quasi universale e i governi imporranno requisiti di distanziamento quando il tasso di mortalità giornaliero supera 8 casi per milione; e uno scenario “molto probabile” che presuppone misure invariate, con un totale dunque di circa 2,8 milioni di morti. I riferimenti alle 750mila vite salvate e alle 30mila morti giornaliere a dicembre rappresentano le differenze tra lo scenario “migliore” e quello “più probabile”.
L’aumento del numero dei decessi è dovuto in parte “a un probabile aumento stagionale dei casi di Covid-19 nell’emisfero settentrionale”, spiegano i ricercatori. “Le persone nell’emisfero settentrionale devono essere particolarmente vigili con l’avvicinarsi dell’inverno poiché il coronavirus, come la polmonite, sarà più diffuso nei climi freddi”, ha detto Murray. “Guardando le sconcertanti stime su Covid-19, è facile perdersi nell’enormità dei numeri”, ha ammesso l’esperto: “Il numero di morti supera la capacità dei 50 stadi più grandi del mondo, un’immagine che fa riflettere”.
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