Usa, creato in laboratorio un Covid meno aggressivo per il contagio intenzionale
La realtà supera la fantasia e nell’epoca di quello che si potrebbe definire il Covid 4.0 c’è chi si spinge sempre più in là con la ricerca scientifica. Secondo quanto riporta l’agenzia Reuters, in un laboratorio statunitense guidato dallo scienziato Anthony Fauci si sta per realizzare il progetto che prevede di infettare intenzionalmente una serie di volontari con un Coronavirus meno potente.
In particolare, il National Institute of Allergy and Infectious Diseases (Niaid) è al lavoro per rendere un ceppo di Coronavirus meno virulento, con l’obiettivo di ridurre i rischi per i volontari, ai quali il virus sarà somministrato direttamente nel naso. L’esperimento permette di controllare subito se un candidato vaccino offre una protezione efficace.
Si tenta così di ridurre notevolmente i tempi per la sperimentazione del vaccino. Di solito, dopo l’iniezione i volontari conducono una vita normale, esponendosi a un rischio di contagio equivalente al resto della popolazione. In Paesi dove la circolazione del virus è bassa, la possibilità che un volontario si infetti è piuttosto bassa e il confronto tra vaccinati e non vaccinati in tempi rapidi darà risultati poco nitidi. Per questo oggi molti trial inseguono la pandemia: vengono organizzati in Paesi come Brasile o Sudafrica alla ricerca di tassi di contagio elevati.
Alcune case farmaceutiche, come AstraZeneca e Johnson & Johnson, si sono dette disponibili a prendere in considerazione questa procedura. Intanto Niaid ha avviato indagini sulle “implicazioni tecniche ed etiche della conduzione di studi di questo genere”, così da farsi trovare pronti se dovesse presentarsi la necessità di ricorrere a questi tipi di test per verificare l’efficacia di un vaccino o di una terapia per il coronavirus. Di conseguenza, va anche sviluppato un ceppo adeguato di Sars-CoV-2, ma va anche stilato un protocollo clinico e vanno identificate le risorse necessarie per questo tipo di sperimentazioni.