I nativi americani perdono la loro battaglia in Nord Dakota: l’oleodotto sarà costruito
Il corpo degli ingegneri ha trasmesso una lettera in cui annuncia che a breve inizieranno i lavori per il Dakota Access nell'area designata, vicino al fiume Missouri
Alla fine ha vinto l’ordine esecutivo firmato di recente dal presidente Donald Trump per quanto riguarda la realizzazione dell’oleodotto nelle aree considerate sacre dai nativi americani, strenuamente difese in una battaglia a colpi di presidi a oltranza e di manifestazioni messe in atto negli ultimi dieci mesi da attivisti, ambientalisti e dagli stessi componenti della tribù dei Sioux di Standing Rock.
Il corpo degli ingegneri dell’esercito, chiamati in causa per valutare l’impatto che un progetto simile avrebbe avuto sull’ambiente hanno deciso di seguire il decreto Trump, hanno dato il permesso alle società coinvolte di realizzare il Dakota Access.
La decisione è pervenuta martedì 7 febbraio e ha rappresentato un duro colpo e una sconfitta per i Sioux di Standing Rock, sopratutto per il poco tempo a disposizione per poter muovere azioni concrete e bloccare i lavori.
Una settimana fa, i leader della tribù dei Sioux avevano minacciato di ricorrere ad azioni legali per frenare la realizzazione dell’opera. Il cambio di rotta rischia ora di alimentare profonde tensioni con le comunità native che vivono nell’area interessata.
Nel frattempo, il genio militare statunitense ha fornito la propria richiesta di concedere a breve il permesso per la costruzione dell’oleodotto che attraverserà il fiume Missouri in Nord Dakota, e lo ha fatto mediante una lettera inviata al deputato Raul Grijalva, membro della commissione parlamentare sulle risorse naturali.
La lettera rivelata in una documentazione processuale pone l’accento sul fatto che i lavori dovranno prendere corpo quanto prima. Tra le righe si legge che il corpo degli ingegneri intende rinunciare al consueto periodo di attesa di 14 giorni dopo la notifica del Congresso. Ciò vuol dire che la perforazione del terreno potrebbe iniziare 24 ore dopo.
“L’amministrazione Obama si era impegnata a rispettare i diritti delle tribù di nativi americani, affermando che il permesso non sarebbe stato rilasciato senza un ulteriore esame e la ricerca di luoghi di passaggio alternativi”, ha replicato Jan Hasselman, uno dei legali che difende gli interessi della tribù dei Sioux di Standing Rock. “Invece con Trump si è verificata una preoccupante inversione che non tiene affatto conto delle richieste dei residenti e viola i loro diritti sanciti dai trattati”.
Tuttavia, gli attivisti e i leader delle tribù hanno annunciato che continueranno la loro battaglia per fermare la realizzazione del progetto, anche se non sarà facile dato che la nuova amministrazione guidata da Trump ha stretto legami con la società che finanzia il Dakota Access e ciò potrebbe accelerare i lavori.
La compagnia petrolifera Energy Transfer Partners ha già fatto sapere che ci vorranno circa 60 giorni per portare a termine il progetto.
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