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Cose da sapere sul Mali

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Una serie di dati e numeri sul Mali, il paese africano preso di mira da uomini armati una settimana dopo gli attentati di Parigi

Un gruppo di uomini armati ha preso d’assalto l’hotel Radisson della capitale del Mali, Bamako, aprendo il fuoco nell’edificio e prendendo in ostaggio 170 persone. 

Tre persone sono morte durante l’attacco, mentre almeno 20 persone sarebbero state rilasciate.

(Qui il LIVE dell’attacco)

Cose da sapere sul Mali 


Le basi: la Repubblica del Mali è uno stato dell’Africa nordoccidentale. Si trova a sud dell’Algeria, a ovest del Niger, a est della Mauritania e a nord di Costa d’Avorio, Burkina Faso, Senegal e Guinea. Non ha sbocchi sul mare.

Indipendenza: col nome di Sudan francese è stato una colonia della Francia dal 1892 fino al 1960, anno in cui è diventato una repubblica indipendente con capitale Bamako.

Popolazione: i gruppi etnici principali sono quelli dei Bambara (l’etnia principale del Mali, costituita dal 32 per cento della popolazione dello stato), Bozo, Dogon, Malinke, Sarakollé, Songhai e Tuareg. Gli abitanti sono più di 14,5 milioni.

Religione: musulmani (in maggioranza sunniti) 80 per cento, animisti 18 per cento, cristiani uno per cento. 

Lingue: la lingua ufficiale e quella più diffusa è il francese. Nel nord è parlato anche il tuareg e in altre zone la lingua berbera, il soninke e il xaasongaxango.

Economia: nonostante diverse zone dello stato siano improduttive, il Mali è autosufficiente dal punto di vista del cibo grazie alla presenza del fiume Niger e alla ricchezza delle aree che si affacciano lungo il suo corso. È uno dei principali produttori di cotone dell’Africa.  

Scontri interni: Negli anni Novanta, l’etnia dei Tuareg ha iniziato una rivolta nel nord del Mali, opponendosi sistematicamente al governo centrale.

Nel 2011 i Tuareg, dopo essere entrati in possesso di numerose armi grazie al conflitto civile libico, hanno lanciato una ribellione nella parte settentrionale del Mali, sostenuta anche da diverse milizie legate ad Al-Qaeda. 

Nel giugno del 2012 questa coalizione ha preso il controllo di alcune delle principali città del Paese, imponendovi la legge islamica, la Sharia.

Nel 2013, quando la rivolta si stava avvicinando minacciosamente alla capitale Bamako, il governo del Mali ha chiesto aiuto alla Francia: per questa ragione, nel luglio dello stesso anno, circa 12mila caschi blu dell’Onu hanno messo in sicurezza diverse aree del nord del Paese.

Nel 2014 la Francia ha lanciato un’operazione per eliminare i gruppi jihadisti nel Sahel – una fascia di territorio che attraversa in orizzontale tutta l’Africa, dalla Mauritania al Sudan – ma gli attacchi dei Tuareg e di altri gruppi islamici nel nord del Mali sono continuati.

Tra maggio e giugno del 2015 è stato firmato un accordo di pace tra il governo e i ribelli del nord del Mali, raggruppati nel gruppo Coordinazione dei movimenti dell’Azawad (CMA).

Martedì 17 novembre, fonti locali hanno dichiarato che in ottobre, prima degli eventi di Parigi, il capo di un gruppo jihadista attivo nel Mali avrebbe denunciato l’accordo di pace firmato nell’estate del 2015, chiamando i suoi sostenitori a continuare la guerra contro la Francia.

Le figure più di rilievo del Mali: 

Iyad Ag Ghali è un ribelle Tuareg, a capo del negoziato di pace del 1996 dello stato. Ha fondato il gruppo estremista salafita Ansar Dine nel 2012 e ha occupato e devastato la città patrimonio dell’Unesco Timbuktu. È stato dichiarato “persona non gradita” dal governo saudita per i suoi collegamenti jihadisti. (leggi anche: Il negoziatore che tiene in ostaggio il Mali)

Mokhtar Belmokhtar, chiamato Mr. Malboro era terrorista e trafficante locale. Si tratta di uno dei fondatori della filiale nordafricana di al-Qaeda. Nel Mali lo chiamavano “l’intoccabile” perché in molti avevano tentato di eliminarlo senza riuscirci. È stato ucciso da un raid degli Stati Uniti, a giugno del 2015. (leggi anche: Chi era Mr. Malboro)

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