La Corte europea condanna la Russia per la strage nella scuola di Beslan
Con la sentenza si costringe Mosca a pagare 3 milioni di euro per non aver preso misure adeguate per prevenire l'assedio che causò la morte di oltre 330 persone
La Corte europea dei diritti dell’uomo ha stabilito che la Russia non prese misure adeguate per prevenire l’assedio nella scuola di Beslan nel 2004 che portò al massacro di oltre 330 persone, tra cui moltissimi bambini. Con la sentenza si condanna Mosca a pagare 3 milioni di euro, accusandola, inoltre, per le indagini condotte sul caso.
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Durante l’assedio, i separatisti ceceni presero in ostaggio più di mille persone, in maggioranza bambini, e l’attacco si concluse con l’intervento massiccio delle forze russe.
Nella sentenza si parla di “gravi errori” nella strage di Beslan. Le autorità russe non adottarono le opportune misure per prevenire la cattura degli ostaggi in una scuola dell’Ossezia del nord e fecero un utilizzo sproporzionato della forza nel blitz per la loro liberazione.
Il Cremlino ha definito la decisione della Corte di Strasburgo “inaccettabile”.
Nessun ufficiale russo è stato ritenuto responsabile per la morte di molte persone, tra cui 186 bambini.
A ricorrere a Strasburgo, tra il 2007 e il 2011, sono stati cittadini vittime dell’attacco terroristico, o perché si trovavano nella scuola o perché sono i familiari di uno o più degli ostaggi. Nella sentenza che diverrà definitiva tra 3 mesi se le parti non ricorreranno in appello, i giudici di Strasburgo hanno condannato Mosca anche per “le serie deficienze nella pianificazione e nel controllo dell’operazione” di salvataggio che “in qualche misura hanno contribuito al tragico epilogo”, causando oltre 330 morti e più di 750 feriti.
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