Corpi di bambini sulla spiaggia libica: le terribili foto simbolo del dramma dei migranti
“Sono ancora sotto shock per l’orrore della situazione, bambini piccoli e donne che avevano solo sogni e ambizioni di vita. Sono stati abbandonati su una spiaggia Zuwara in Libia per più di 3 giorni. A nessuno importa di loro”. A scriverlo su Twitter è il fondatore della ong Open Arms, Oscar Camps, che ha pubblicato tre foto che ritraggono i corpi di bambini, neonati, donne abbandonati sulla spiaggia di Zuwara, in Libia, e rappresentano la nuova terribile denuncia del dramma dei migranti nel Mediterraneo. “Ogni vita conta”, conclude Camps.
Le foto mostrano un neonato con il viso schiacciato sulla sabbia, un bambino con le braccia spalancate, e una donna. Probabilmente ritraggono le vittime del naufragio di cui ha dato conferma nei giorni scorsi l’Oim, l’Organizzazione internazionale dei migranti, tramite il portavoce Flavio Di Giacomo.
Circa 50 persone risultano disperse a seguito di quel naufragio, che ha colpito un barcone partito nella notte tra il 18 e il 19 maggio da Zuwara. I 33 superstiti hanno infatti raccontato che su quel barcone c’erano una novantina di persone, tra cui molte donne e bambini. Ma è possibile anche che le vittime provengano da un altro naufragio, avvenuti in quello stesso tratto di mare e magari passato sotto silenzio.
“Non sono stati lasciati lì per tre giorni. Questo è un malinteso”, ha precisato la giornalista Nancy Porsia, esperta di nordafrica e Libia. “Il mio contatto li ha trovati a terra sabato scorso, ha immediatamente informato la direzione della sicurezza locale e nello stesso giorno il personale militare ha recuperato i cadaveri e li ha seppelliti nel cimitero di Abu Qamash”. La giornalista in precedenza aveva rilanciando le drammatiche immagini su Twitter scrivendo: “Nelle ultime due settimane circa venti barconi di migranti sono stati sono stati messi in acqua da Zuwara , nell’ovest del a Libia… Alcuni cadaveri iniziano a riaffiorare sulla riva. Un uomo sabato ha trovato questi corpi, bambini. Un massacro”.