Coronavirus, a Wuhan arriva il primo treno dopo oltre due mesi. La città focolaio prova a ripartire
Per il momento è possibile solo arrivare a Wuhan, e non lasciare la città, che tenta così di riaprire i battenti in seguito a una quarantena lunga oltre 60 giorni, iniziata lo scorso gennaio, e dopo aver lasciato in isolamento una popolazione di 11 milioni di persone, pari circa a quella della Regione Lombardia
Nella città cinese di Wuhan, focolaio globale del nuovo Coronavirus, oggi sabato 28 marzo è arrivato il primo treno dopo uno stop di oltre due mesi. Wuhan tenta così di riaprire i battenti in seguito a una quarantena lunga oltre 60 giorni, iniziata lo scorso gennaio, dopo aver lasciato in isolamento una popolazione di 11 milioni di persone, pari circa a quella della Regione Lombardia. Per il momento è possibile solo “arrivare” a Wuhan, e non “lasciare” la città. Contestualmente all’arrivo del primo treno in città, è ricominciato anche il servizio metro. Intanto nel mondo si contano 600mila contagi da COVID-19.
Il primo treno passeggeri dell’era Covid-19 è arrivato in stazione a mezzanotte, per segnare simbolicamente un nuovo inizio. Tutte le persone a bordo sono state attentamente esaminate per evitare di vanificare l’enorme sforzo con nuovi contagi locali. L’immagine dell’arrivo del treno e’ stata trasmessa da tutti i media locali. Le persone possono adesso entrare ma non ancora uscire dalla città.
Decine di abitanti erano rimasti bloccati fuori dalla città quando a gennaio, durante le feste del Capodanno lunare, le autorità decretarono la quarantena totale per tentare di fermare l’epidemia. Folle di passeggeri sono arrivate sabato, molti con le valigie, accolti in lacrime dopo una separazione durata settimane e che ha tenuto lontani mariti e mogli, genitori e figli.
Alla stazione il personale indossava tute protettive; chi vuole entrare in città è monitorato con attenzione: rilevamento della temperatura, controllo dell’identità e domande sui spostamenti precedenti. Va inoltre presentato Qr code sul telefono, che funge da pass per la condotta sicura e certifica una buona salute. Misure di controllo (a Shanghai il monitoraggio della temperatura) anche nelle altre stazioni ferroviarie per i passeggeri in partenza per Wuhan.
Fino a oggi, nessuno poteva entrare in città, tranne il personale medico e gli addetti alla fornitura dei beni di prima necessita’. Le autorità hanno cominciato a revocare gradualmente le restrizioni da mercoledì. La metropolitana di Wuhan e’ stata riaperta e le linee degli autobus sono di nuovo in funzione, ma alcuni centri commerciali rimangono chiusi.
Riaperte nei giorni scorsi le banche, gli abitanti continuano a proteggersi con le mascherine ed e’ stato detto agli over 65 anni di evitare luoghi molto affollati e il trasporto pubblico. Per poter lasciare Wuhan, gli abitanti dovranno comunque aspettare fino all’8 aprile quando riapriranno anche gli aeroporti per i voi nazionali.
Nei giorni scorsi avevano anche riaperto le autostrade che portano Wuhan, che comunque e’ l’ultima area dell’Hubei a vedere allentate le restrizioni di movimento. Del resto, la crisi non e’ ancora del tutto terminata: piu’ di 2500 persone rimangono ancora negli ospedali cittadini e, tra costoro, 900 sono casi gravi. Come ha detto Liu Dongru, della Commissione sanitaria dell’Hubei: “Zero nuovi casi non significa ancora zero rischi”.
In Cina nelle ultime 24 ore si segnalano 54 nuovi casi di Coronavirus, tutti provenienti dall’estero, secondo quanto riporta la Commissione nazionale per la salute. Altri 383 pazienti sono guariti. I decessi registrati sono 3, tutti nella provincia di Hubei, ma qui nessun nuovo caso nelle ultime 24 ore. “In totale in Cina si contano 81.394 casi di contagio. Le vittime dell’epidemia sono 3.295. I guariti nel complesso ammontano a 74.671”.
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