Taiwan, cittadini in fila per le donazioni all’Italia: “Non scordiamo cosa avete fatto per noi in passato”
In queste lunghe settimane di emergenza Coronavirus, in cui tutto il mondo – seppur in misura minore o peggiore – si trova a navigare nelle stesse “cattive acque”, per fortuna non mancano grandi esempi di solidarietà. Come quella che giunge da Taiwan, Paese dove i cittadini hanno già raccolto più di tre milioni di dollari per aiutare l’Italia a sconfiggere il Covid-19. E se la presidente Tsai Ing-wen la scorsa settimana ha annunciato una donazione di dieci milioni di mascherine da parte di Taipei a chi si trova in maggiore difficoltà, con 500mila di questi dispositivi destinati proprio all’Italia, nel frattempo i cittadini della piccola nazione insulare asiatica hanno deciso di raccogliere dei soldi e inviarli all’Italia come forma di gratitudine nei confronti dei preti che, dopo la Seconda Guerra Mondiale, hanno aiutato Taiwan nella costruzione di ospedali e strutture sanitarie.
VIDEO: Taiwanese make donations to help Italy battle coronavirus.
People across the island have contributed more than US$3 million to the relief effort — a way of showing their gratitude to Italian priests who helped build hospitals and clinics in the county after WWII pic.twitter.com/bqiVcC5JeX
— AFP news agency (@AFP) April 7, 2020
Quando il Paese versava in condizioni di estrema povertà a seguito della guerra, infatti, la Chiesa aiutò i cittadini taiwanesi a rialzarsi e ricostruire la loro realtà: come racconta un sacerdote in un video realizzato dall’agenzia AFP, infatti, negli anni Cinquanta a Taiwan i cittadini avevano bisogno di tutto e i preti italiani aiutarono la popolazione portandogli cibo e soldi. “Ora che l’Italia ha bisogno – spiega un sacerdote nel video – i cittadini di Taiwan vogliono restituire quel prezioso aiuto”. “Non dimenticano cosa l’Italia ha fatto per loro”, ha poi aggiunto il prete. Nel video è possibile vedere, infatti, moltissimi cittadini in coda intenti a donare denaro per inviarlo al nostro Paese, alle prese come molti altri con l’epidemia dovuta al diffondersi del Coronavirus.
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