Coronavirus, studente del Camerun contagiato in Cina rifiuta di tornare a casa: “Non voglio portare il virus in Africa”
Coronavirus, studente del Camerun contagiato in Cina rifiuta di tornare a casa: “Non voglio portare il virus in Africa”
“Non mi importa ciò che succederà. Non voglio portare questa malattia in Africa”. Kem Senou Pavel Daryl è uno studente 21enne originario del Camerun, che vive nella città cinese di Jingzhou. È stato la prima persona africana contagiata dal coronavirus, e anche la prima a guarire. Ma, anche se fosse stato possibile, non sarebbe voluto rientrare in Africa.
Dopo 13 giorni in ospedale con febbre, tosse e sintomi influenzali, Senou sta meglio e si trova in quarantena nel dormitorio della sua università, dove resterà per 14 giorni. I costi delle sue cure mediche sono stati sostenuti dallo Stato cinese.
“Quando sono andato per la prima volta in ospedale ho pensato che sarei morto”, ha detto lo studente del Camerun alla Bbc. “Non voglio tornare a casa prima di aver finito gli studi. Non credo ci sia bisogno”.
Molti governi, tra cui anche quello italiano, nelle ultime settimane si sono attivati per riportare a casa i propri cittadini dalla provincia di Hubei, dove si trova Wuhan, epicentro dell’epidemia di coronavirus. Ma migliaia di studenti e lavoratori africani sono rimasti bloccati nella provincia centrale della Cina.
Alcuni ritengono che i paesi africani dovrebbero fare di più per loro. Intanto, in Egitto è stato confermato il primo caso di coronavirus in Africa. Finora il virus ha provocato oltre 1700 morti e contagiato 72mila persone, per lo più in Cina.