Coronavirus: chi era Li Wenliang, il medico che per primo aveva avvisato dell’epidemia e che ora è morto
Li Wenliang era uno degli 8 medici indagati per "false notizie" dopo che avevano provato a mettere in guardia sul virus
È morto il medico cinese Li Wenliang, che aveva dato per primo l’allarme sulla diffusione del coronavirus, ma non era stato ascoltato. Lo rendono noto i media locali, spiegando che il medico è morto proprio per il contagio da Coronavirus.
Ma chi era questo medico-eroe?
Alla fine di dicembre, quando Li pubblicò un post in una chat tra colleghi per mettere in guardia sul nuovo virus che si stava diffondendo, le autorità lo hanno obbligato a tacere, con la polizia che lo ha accusato di raccontare notizie false.
Li Wenliang aveva raccontato la sua storia in un post pubblicato dal suo letto d’ospedale. “Ciao a tutti, sono Li Wenliang, oftalmologo al Wuhan Central Hospital”, cominciava il suo post.
Il medico, che aveva confermato alla Cnn di aver saputo sabato di essere stato contagiato, è stato ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale, prima di morire. La sua diagnosi aveva suscitato indignazione in tutta la Cina, dove cresce la consapevolezza dell’iniziale tentativo delle autorità di tenere la malattia sotto silenzio.
La storia di Li testimonia infatti le carenze nella risposta delle autorità di Wuhan allo scoppio dell’epidemia di coronavirus. Anche il Comitato permanente dell’ufficio politico del Partito Comunista Cinese, massima autorità cinese, ha ammesso “mancanze” nella risposta del paese nella gestione delle prime fasi dell’epidemia.
La storia di Li Wenliang
A dicembre 2019 il dottor Li, oftalmologo 34enne che lavorava a Wuhan, ha notato sette casi di un virus che somigliava alla Sars, che aveva causato un’epidemia globale nel 2003. Il 30 dicembre ha inviato un messaggio ai colleghi medici in una chat di gruppo, per avvisarli dell’epidemia e suggerire che indossassero indumenti protettivi per evitare l’infezione.
Pochi giorni dopo ha ricevuto una visita da funzionari dell’ufficio di pubblica sicurezza che gli hanno detto di firmare una lettera, che lo accusava di “fare commenti falsi” che avevano “disturbato gravemente l’ordine sociale”. Li temeva di essere arrestato e ha firmato la lettera.
Il medico era una delle otto persone messe sotto inchiesta dalla polizia con l’accusa di “diffondere voci” sulla malattia. Alla fine di gennaio, Li ha pubblicato una copia della lettera su Weibo e ha spiegato cosa era successo.
Nel frattempo, le autorità locali si erano scusate con lui, ma queste scuse erano arrivate troppo tardi.
Durante le prime settimane di gennaio, infatti, le autorità di Wuhan hanno insistito sul fatto che solo coloro che erano venuti a contatto con animali infetti potevano prendere il virus e nessuna misura è stata attuata per proteggere i medici.
Appena una settimana dopo aver ricevuto la visita della polizia, Li ha curato una donna col glaucoma, ma non sapeva che anche lei era stata contagiata.
Il 10 gennaio il medico ha iniziato a tossire, il giorno dopo aveva la febbre e due giorni dopo era in ospedale. Anche i suoi genitori si sono ammalati. Solo dieci giorni dopo la Cina ha dichiarato l’emergenza sanitaria.
Adesso il dottor Li non c’è più, ma il suo apporto scientifico e le sue prime diagnosi sono state fondamentali per cercare di fermare il Coronavirus.