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Home » Esteri

Coronavirus, a Wuhan mancano le tute protettive: “Medici costretti a indossare pannoloni per non cambiarne troppe”

Coronavirus in Cina, a Wuhan mancano tute protettive per i medici

Per capire quanto sia grave l’emergenza Coronavirus a Wuhan, la città focolaio dell’epidemia che in Cina ha provocato già quasi 1.500 morti e 64mila contagi, basta guardare le condizioni in cui i medici sono costretti a lavorare negli ospedali: con maschere insufficienti, tute protettive carenti e spesso riutilizzate per giorni. E le ricadute su una sicurezza già a dir poco precaria sono enormi.

In questi giorni, un medico – che ha preferito mantenere l’anonimato – ha denunciato in un’intervista ad Afp le assurde condizioni in cui lui e i suoi colleghi sono costretti a prestare servizio e soccorrere i malati. “Per risparmiare sulle tute protettive intere – ha raccontato il dottore – i colleghi le cambiano solo una volta ogni quattro, sei, persino otto ore. Durante questo periodo, non possono mangiare, bere o andare in bagno”.

Per ovviare al problema, i medici di Wuhan hanno iniziato addirittura a indossare un pannolone per non dover andare in bagno e cambiare quindi troppo spesso la loro tuta. Secondo i dati diffusi dalla Commissione sanitaria nazionale, delle 59.900 tute necessarie ogni giorno, i medici e le infermiere di Wuhan ne hanno solo 18.500. Una situazione non diversa da quella delle mascherine protettive N95: ce ne vorrebbero 119mila al giorno, ma sono solo 62.200 quelle disponibili.

“I medici di ogni specializzazione – ha raccontato ancora il dottore ad Afp – sono chiamati a ricevere 400 pazienti in otto ore”. In condizioni così precarie, non è difficile che l’epidemia di Coronavirus si diffonda anche all’interno del personale sanitario cinese. Non a caso, infatti, che al momento siano già sei i medici morti a Wuhan a causa del virus Covid-19, mentre i contagi ammontano a 1.716.

Una donna cinese che vive negli Stati Uniti ha anche raccontato di avere molti amici – ex compagni di classe – medici a Wuhan. E che, essendo venuta a conoscenza dei rischi per la loro salute a causa della mancanza di materiale medico negli ospedali, ha deciso di comprare tute protettive (per un valore totale di 4.600 euro) e mandarle nel suo Paese.

“Uno di loro è costretto a indossare la stessa tuta per cinque giorni di fila. Ogni giorno la pulisce con un disinfettante dopo l’uso. Dice che potrebbe non essere più utile, ma comunque meglio che niente”, ha raccontato la donna. “Mi ha mandato un video in cui si vede all’interno di un’ambulanza con otto pazienti sospettati di essere contagiati. Riuscite a immaginare di stare senza una protezione adeguata con otto potenziali fonti di virus intorno a voi?”.

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