Coronavirus, i Mondiali militari di Wuhan e la ciclista Benassi finita nel mirino dei complottisti di Usa e Cina
Coronavirus, i Mondiali militari di Wuhan e la ciclista Benassi finita nel mirino dei complottisti di Usa e Cina
La soldatessa e ciclista Maatje Benassi è finita al centro delle teorie del complotto sul Coronavirus, diffuse sui social statunitensi e su quelli cinesi, a causa delle quali ha ricevuto minacce di morte. La sua colpa? Aver partecipato ai Mondiali militari che si sono tenuti a ottobre 2019 nella città cinese diventata epicentro della pandemia di Coronavirus. Gli stessi Giochi finiti sotto la lente di ingrandimento, in Italia, dopo il caso del campione di scherma italiano Matteo Tagliariol, che ha ipotizzato di aver contratto il Covid-19 proprio nei giorni trascorsi in Cina, dal momento che si è ammalato con sintomi simili a quelli provocati dal virus.
Maatje Benassi a Wuhan aveva preso parte a una gara di ciclismo, durante la quale è caduta a meno di 15 chilometri dal traguardo, fratturandosi una costola. Nonostante l’infortunio, è risalita in sella e ha terminato la gara. L’atleta è moglie di un ufficiale dell’aeronautica Usa e madre di due bambini, e lavora presso come agente di sicurezza nella struttura militare di Fort Belvoir in Virginia. Non è mai risultata positiva al Coronavirus, né ha mai avuto i sintomi del Covid, ma è stata etichettata dagli autori delle teorie del complotto come colei che ha portato il Covid-19 dagli Usa – dove il virus sarebbe stato prodotto in laboratorio – a Wuhan.
La campagna dei cospirazionisti contro di lei si è diffusa sia sui social cinesi sia su quelli statunitensi, soprattutto dopo un video su Youtube diffuso dal complottista americano George Webb, che la indicava come parte di un presunto complotto per la diffusione del Coronavirus nel mondo, organizzato con il marito e con il dj italiano Benny Benassi, con il quale in realtà la ciclista condivide solo il cognome. A causa di questa folle teoria rimbalzata sul web, migliaia di persone sui social li hanno messi nel mirino, insultandoli e pubblicando il loro indirizzo di casa. La ciclista è stata costretta a nascondersi in un luogo sicuro insieme alla famiglia, ha cancellato i suoi account social e teme per la sua vita e quella dei propri familiari. “È come svegliarsi da un brutto sogno e ritrovarsi in un incubo, giorno dopo giorno”, ha raccontato Benassi alla Cnn alcuni giorni fa. “Vorrei solo che tutto questo finisse, perché il ciberbullismo è sfuggito di mano a qualcuno”.
Secondo Massimo Galli, primario di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, la teoria che il Coronavirus circolasse già da ottobre “è molto improbabile”. Il virus, ha sottolineato Galli, “quando arriva e agisce sottotraccia fa subito centinaia di contagi e non è pensabile che singole persone che hanno preso un’influenza, probabilmente, nei mesi autunnali, possano avere avuto questa cosa. Altrimenti avrebbero generato molti casi nei loro ambiti familiari, sociali e negli ospedali e avremmo avuto l’epidemia prima. A meno che di pensare che il virus fosse sì presente ma molto più tranquillo. Ma – ha ribadito – tutti i dati molecolari e epidemiologici ci dicono che la storia è stata diversa, che il virus è comparso tra ottobre e novembre sì ma in Cina e poi ha avuto un’evoluzione tra dicembre e gennaio. Se ci fossero stati casi importati prima avremmo avuto l’epidemia prima”.
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