Da una boccetta di sale in Baviera all’intero continente: come si è diffuso il Coronavirus in Europa
Da una boccetta di sale all’intera Europa: come si è diffuso il Coronavirus
C’è anche una apparentemente innocua boccetta di sale nella catena di contagi che dalla Baviera, in Germania, ha portato la pandemia di Coronavirus in tutta Europa: è quello che hanno scoperto gli epidemiologi tedeschi, che in queste settimane hanno condotto un’indagine molto approfondita per ricostruire i primi passi del Covid-19 nel nostro continente. Il risultato di questa ricerca quasi esasperata è stato sintetizzato in un articolo inviato – ma non ancora pubblicato – alla rivista scientifica The Lancet e anticipato oggi dall’emittente tedesca Ndr.
Si sa già da tempo che il primo focolaio di Coronavirus in Europa si è originato a Stockdorf, cittadina vicino a Monaco di Baviera, all’interno della Webasto Group, un’azienda di parti di ricambio per automobili. Durante una riunione di lavoro una donna – risultata poi positiva e che da poco era tornata da Wuhan, dove era andata a trovare i genitori in occasione del Capodanno cinese – ha contagiato il primo dipendente. La donna non sapeva di avere il Covid-19, non aveva ancora alcun sintomo (la febbre sarebbe arrivata di lì a poco). Nella stanza, molto piccola, sedeva accanto al collega di 33 anni divenuto famoso come il “paziente uno d’Europa”.
Coronavirus, un solo colpo di tosse al supermercato lo diffonde tra gli scaffali:
Ricostruire, da quel 20 gennaio, le prime trasmissioni del virus in Baviera non è stato molto difficile. Dopo una settimana l’uomo risulta positivo, ma nel frattempo ha continuato ad andare a lavoro. Alla fine, saranno 16 i dipendenti della Webasto Group a risultare positivi: oggi sono tutti guariti. Ma a loro volta, i 16 contagiati hanno fatto sì che il Covid si diffondesse a macchia d’olio in Germania e nel resto d’Europa. Gli infettivologi tedeschi (aiutati anche dal fatto che il virus – al momento della sua scoperta – circolava ancora da pochi giorni, al contrario dell’Italia dove si era diffuso già da un mese) hanno messo in campo tutte le loro forze per rintracciare la catena di contagi. Così hanno potuto circoscrivere il focolaio bavarese, testando tutti i casi sospetti. Ed è qui che subentra il sale.
Sono state consultate le agende elettroniche dell’azienda, ricostruiti tutti gli appuntamenti dei dipendenti, si è fatto ricorso persino al sequenziamento dei genomi dei virus dei vari malati. In questo modo, si è arrivati fino al paziente 4, che con il paziente 5 però non ha mai avuto alcun contatto. Finché durante gli interrogatori viene fuori un ricordo apparentemente futile, ma che alla fine si rivela decisivo. Il 22 gennaio il paziente 4 ha pranzato alla mensa aziendale. C’era anche il paziente 5, seduto nel tavolo accanto, di spalle al collega. A un certo punto uno dei due chiede all’altro di passargli una boccetta di sale. E, con ogni probabilità, le mani contaminate del paziente 4 – che era asintomatico e non sospettava di essere positivo al Coronavirus – hanno trasferito il Covid sulla saliera. Una ricostruzione degna di una scena del crimine, che conferma ancora di più quanto il virus sia incredibilmente trasmissibile.
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