Coronavirus, l’appello delle donne all’Europa (firmato anche da Elena Ferrante)
La sottoscrizione, che ha superato già le mille firme, è rivolta ai governanti d'Europa e chiede lo stop a egoismi nazionali durante l'emergenza Covid-19
L’appello delle donne ai governanti d’Europa
Da Elena Ferrante a Cristina Comencini, da Dacia Maraini ad Annie Ernaux, da Julia Kristeva a Marcella Diemoz. Sono moltissime le donne della cultura e della scienza di vari Paesi dell’Ue che hanno firmato un forte appello contro gli egoismi nazionali in un’Europa colpita dall’emergenza Coronavirus. L’iniziativa, lanciata dalle donne di Se non ora quando – Libere, è un appello rivolto ai governanti d’Europa, cui si chiede, in questo momento di crisi sanitaria, economica e sociale, di rimettere al centro i valori, la forza e le competenze tipici delle donne. La sottoscrizione, che è già stata firmata da oltre mille persone, è aperta a tutti.
Il testo dell’appello
“Dalle case in cui siamo confinate, dalle case che sono state per millenni i nostri luoghi di vita e di cura, dalle case a cui ancora oggi torniamo, dopo il lavoro, per occuparci della famiglia”, si legge nel testo dell’appello, “da queste case noi scriviamo ai governi e ai governanti d’Europa, non per chiedere, ma per esigere che, dinanzi a questa tragedia che colpisce tutti, cadano gli egoismi nazionali e che l’Europa si mostriunita, solidale, responsabile”.
“Le donne hanno sempre avuto una forza immensa nel reagire e tenere insieme i nuclei familiari, nutrirli e curarli”, prosegue l’appello. “Lo hanno dimostrato durante l’ultima guerra mondiale, lo stanno facendo anche ora in questa pandemia, insieme agli uomini, impegnate in massa nei lavori attualmente consentiti. Ma al contrario del dopoguerra, questa volta noi ci siamo, siamo nella società in parità e vogliamo che la ricostruzione questa volta avvenga tenendo conto di esigenze e valori che sono incisi nella nostra Storia ed esperienze di donne e che sono stati troppo a lungo trascurati”.
“L’epidemia ha rimesso al centro delle nostre vite i corpi delle persone, la famiglia, le relazioni, la solitudine, la salute, il rapporto tra le generazioni, l’economia e l’umano”, sottolineano le firmatarie. Se l’Europa reggerà l’urto di questo assalto sarà anche per quei valori che, spesso definiti come “privati”, sono diventati nel corso dei giorni valori pubblici, hanno contrastato il diffondersi della malattia e l’hanno – speriamo – vinta. L’Europa deve rifondarsi su questi valori,sulla forza e le competenze delle donne. Deve dare vita a un grande piano comune che tenga conto di queste priorità. Nelle case le donne, separate tra loro, sono unite da questa volontà comune”.
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