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Corea del Sud: il presidente proclama la legge marziale contro l’opposizione ma il Parlamento annulla tutto

Immagine di copertina
Credit: AGF

Il capo dello Stato ha accusato il Partito democratico di Lee Jae-myung di simpatizzare per Pyongyang ma l'Assemblea nazionale, controllata dall'opposizione, ha votato la revoca del provvedimento

Il presidente della Corea del Sud, Yoon Suk Yeol, ha proclamato la legge marziale in un discorso televisivo trasmesso oggi a sorpresa nella tarda serata di Seul, in cui ha accusato il principale movimento di opposizione, il Partito democratico di Lee Jae-myung che da anni si batte per il dialogo lungo il 38esimo parallelo, di simpatizzare per Pyongyang e di svolgere “attività contro lo Stato”. Intanto però il Parlamento, controllato dall’opposizione, ha revocato il provvedimento.

L’accusa del presidente Yoon
Senza precisare quali misure avrebbe adottato contro l’opposizione, Yoon ha citato una mozione del Partito democratico di Corea, volta a respingere una proposta di bilancio del suo governo. Il presidente ha definito le azioni dell’opposizione come “un chiaro comportamento contro lo Stato, mirante a incitare alla rivolta”, affermando inoltre che questi atti hanno “paralizzato gli affari pubblici e trasformato l’Assemblea nazionale in una tana di criminali”.

“Elimineremo le forze anti-Stato e ripristineremo la normalità nel Paese il più rapidamente possibile”, ha dichiarato il presidente, che ha accusato l’opposizione di aver trasformato la nazione in un “paradiso della droga” e di aver creato uno stato di disordine dannoso per la sicurezza pubblica e il sostentamento del popolo coreano. Il Partito democratico, ha aggiunto, sta tentando di rovesciare il sistema liberaldemocratico. “L’Assemblea Nazionale è diventata un mostro che mina la democrazia liberale e la nazione è in uno stato precario, barcollando sull’orlo del collasso”, ha accusato il capo dello Stato.

Il presidente ha descritto la legge marziale come una “misura necessaria” per sradicare queste “forze anti-stato spudoratamente schierate per il Nord” e ha giustificato la sua decisione come “essenziale per proteggere le libertà e la sicurezza del popolo, garantire la sostenibilità del Paese e lasciare una nazione stabile alle generazioni future”.

La reazione dell’opposizione
Per tutta risposta, il Partito democratico coreano ha convocato i suoi deputati in Parlamento “per discutere e avviare le procedure necessarie per revocare la legge marziale”. L’Assemblea nazionale ha quindi votato per chiedere al presidente di revocare la legge marziale. Secondo la Costituzione, il provvedimento emergenziale deve essere abrogato se lo richiede la maggioranza dei deputati. Dei 300 membri del Parlamento, erano presenti in 190 e tutti hanno votato a favore della mozione. Secondo l’ufficio di presidenza del Parlamento, citato dall’agenzia di stampa Yonhap, con l’approvazione della mozione la proclamazione della legge marziale è nulla.

Il leader dell’opposizione Lee Jae-myung aveva definito “incostituzionale” la mossa di Yoon, condannandola come un’azione che “va contro il popolo”. “Il presidente Yoon ha proclamato la legge marziale senza motivo”, aveva dichiarato Lee. “Carri armati, veicoli blindati e soldati con pistole e spade controlleranno presto il Paese”.

Intanto comincia a muoversi anche la diplomazia internazionale. Gli Stati Uniti, ha fatto sapere la Casa bianca, sono in contatto con il governo sudcoreano e stanno monitorando la situazione “da vicino”. “L’amministrazione è in contatto con il governo della Repubblica di Corea e sta monitorando attentamente la situazione”, ha scritto via email all’agenzia di stampa Yonhap un portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale Usa.

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