Corea del Sud, l’ex presidente Park condannata a 8 anni di carcere
L’ex presidente della Corea del Sud, Park Geun-hye, è stata nuovamente condannata, stavolta a otto anni di carcere, nell’ambito di uno scandalo per corruzione che l’ha vista accusata di aver ricevuto fondi illegali dall’agenzia di spionaggio nazionale.
Il tribunale di Seul ha inflitto all’ex capo di Stato sei anni per le accuse sui fondi ricevuti e altri due anni per essere intervenuta in modo inappropriato nella selezione dei candidati per le elezioni parlamentari.
Lo scorso aprile, Park era stata condannata a 24 anni di carcere dalla Corte distrettuale di Seul dopo essere stata riconosciuta colpevole di abuso di potere, corruzione e coercizione, nell’ambito dello scandalo politico che la costrinse alle dimissioni nel gennaio 2017.
L’accusa aveva chiesto 30 anni di reclusione. Park, 66 anni, prima presidente donna del paese, era accusata di aver costretto alcuni colossi economici sudcoreani, tra cui Samsung e Hyundai, a versare 59,2 miliardi di won, pari a 45 milioni di euro, sotto forma di donazioni ad alcune fondazioni gestite da Choi Soon-sil, sua amica e confidente.
Choi è stata condannata il 13 febbraio scorso a 20 anni di carcere per corruzione, abuso di potere e pressioni indebite. La donna ha presentato istanza di appello.
Secondo l’accusa, Choi, grazie al suo legame con Park, aveva un’influenza indebita sugli affari del paese.
Park aveva lasciato la presidenza nel gennaio 2017 dopo che il parlamento aveva votato a favore della mozione di impeachment.
Nel marzo 2017, dopo che la Corte costituzionale confermò l’impeachment, a Seul ci furono violenti scontri tra le forze dell’ordine e i sostenitori dell’ex presidente, che portarono alla morte di due manifestanti.