La Corea del Sud in ginocchio per gli incendi: 27 morti e 37mila sfollati nella provincia del Gyeongsang Settentrionale

“Molte delle vittime sono anziani, tra cui pazienti ricoverati in ospedali", ha ammesso ieri in un discorso televisivo il presidente ad interim Han Duck-soo
Almeno 27 persone sono morte, 32 sono rimaste ferite, 37mila sono state sfollate e oltre 300 edifici, compresi alcuni antichi templi buddisti, sono andati distrutti in Corea del Sud a causa dei più devastanti incendi boschivi mai registrati nella storia del Paese asiatico. Dal 21 marzo scorso, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa ufficiale Yonhap, vasti incendi stanno devastando la provincia sudorientale del Gyeongsang Settentrionale, mandando in fumo circa 36mila ettari di boschi e minacciando le città di Uiseong e Andong, dove quasi 30mila abitanti sono stati costretti ad abbandonare le proprie case. “Molte delle vittime sono anziani, tra cui pazienti ricoverati in ospedali”, ha ammesso ieri in un discorso televisivo il presidente ad interim Han Duck-soo.
Il governo di Seul ha mobilitato migliaia di soccorritori e decine di mezzi per domare le fiamme, alimentate dai forti venti che soffiano sulle regioni sudorientali della Penisola, dove le precipitazioni non sono sufficienti ad aiutare a spegnere gli incendi. Secondo il direttore del servizio forestale sudcoreano Lim Sang-seop, nella zona è prevista oggi solo “una piccola quantità”, meno di 5 millimetri, di pioggia, mentre i soccorritori rischiano la vita. Tra i morti figura infatti anche un pilota il cui elicottero si è schiantato a Uiseong mentre cercava di domare le fiamme.
L’incendio principale ha colpito la zona di Uiseong e, secondo le autorità, continua a propagarsi a una velocità massima di 8 chilometri orari verso nord-est, dove ha ormai raggiunto le zone costiere del Mare Orientale. Un altro vasto focolaio registrato a Ulju però, secondo il sindaco di Ulsan Kim Doo-kyum, sembra ormai domato. Per il secondo giorno consecutivo intanto, l’erogazione idrica è stata interrotta in alcune zone della città sudorientale di Andong, spingendo l’amministrazione cittadina a fornire acqua in bottiglia e beni di prima necessità ai residenti. Quasi 2.500 case in città hanno subito interruzioni di corrente e le autorità stanno ancora lavorando per ripristinare il servizio.
Le squadre di soccorso continuano anche oggi a riversare grandi quantità d’acqua sulle zone colpite per fermare le fiamme, che minacciano il patrimonio culturale sud-coreano. Ieri infatti i forti venti e il fumo sprigionato dalle fiamme hanno costretto le autorità locali di Andong a ordinare l’evacuazione dei villaggi di Puncheon e Hahoe, un sito fondato tra il XIV e il XV secolo e riconosciuto Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Tra gli edifici distrutti a Uiseong figura anche un tempio costruito nel VII secolo mentre una ventina delle 30 strutture del complesso templare di Gounsa sono crollate. Tra questi anche due monumenti nazionali: il padiglione eretto nel 1668 con vista su un ruscello e una struttura risalente alla dinastia Joseon realizzata nel 1904 per celebrare la longevità del sovrano. Non sono ancora chiare al momento le cause degli incendi ma le autorità sospettano che molti siano stati causati da errori umani, compresi casi di persone che appiccano il fuoco per ripulire le erbacce.