Corea del Sud: emesso un mandato d’arresto per il deposto presidente Yoon Suk Yeol
Il capo di Stato, sospeso dalle sue funzioni perché sotto impeachment del Parlamento, è accusato di "eversione" e rischia la pena di morte ma si è già sottratto tre volte all'interrogatorio degli inquirenti sul tentato golpe del 3 dicembre scorso
Il tribunale distrettuale occidentale di Seul ha emesso oggi un mandato di arresto per il deposto presidente della Corea del Sud, Yoon Suk Yeol, privato dei suoi poteri dal Parlamento per aver proclamato la legge marziale il 3 dicembre scorso, accusando gli oppositori di parteggiare per Pyongyang e ritirandola dopo sole sei ore, gettando il Paese nel caos.
“Il mandato di arresto e di perquisizione contro il presidente Yoon Suk Yeol (…) è stato emesso questa mattina”, ha affermato in un comunicato citato dall’agenzia di stampa ufficiale Yonhap l’Ufficio investigativo anti-corruzione (Cio) di Seul, che coordina le indagini. “Non è stato stabilito alcun calendario per il proseguimento delle relative procedure”. “Il mandato di arresto e quello di perquisizione e sequestro emessi su richiesta di un’agenzia che non dispone di autorità investigativa sono illegali e non validi”, ha denunciato in una nota citata dall’agenzia di stampa francese Afp l’avvocato del capo di Stato, Yoon Kab-keun.
È la prima volta nella storia della Corea del Sud che viene emesso un mandato di arresto contro un presidente in carica. Malgrado l’impeachment infatti, Yoon Suk Yeol è ancora ufficialmente in carica, in attesa che la Corte Costituzionale si pronunci sulle accuse di “eversione” mosse il 14 dicembre scorso dal Parlamento. Attualmente, il capo dello Stato è sospeso dalle sue funzioni e spetta alla Corte confermare o revocare il suo incarico entro metà giugno 2025.
Il reato per cui è accusato l’ex procuratore sud-coreano di 64 anni vieta di lasciare la Corea del Sud ed è teoricamente punibile con la condanna a morte. Finora, Yoon ha ignorato per ben tre volte la convocazione delle autorità, che intendono interrogarlo sul tentato golpe del 3 dicembre scorso. “Il mandato è valido fino al 6 gennaio (lunedì mattina)”, ha spiegato oggi in conferenza stampa il direttore del Cio, Oh Dong-woon, precisando che il presidente deposto potrebbe essere interrogato in una stazione di polizia o nel carcere di Seul.
Nonostante l’autorizzazione giudiziaria a procedere però, non è chiaro se le autorità sud-coreane riusciranno effettivamente ad arrestare Yoon Suk Yeol, il cui partito continua a contestare le accuse in Parlamento e a governare il Paese. La guardia presidenziale ad esempio, a cui è ancora affidata la sicurezza del capo di Stato deposto, ha assicurato in una nota inviata alla stampa locale che agirà “nel rispetto delle procedure legali vigenti”.
Intanto, dopo la sospensione di Yoon dalle sue funzioni, gli era subentrato in carica il primo ministro Han Duck-soo, anch’egli finito sotto impeachment del Parlamento per essersi rifiutato di nominare i tre giudici vacanti della Corte costituzionale che dovranno giudicare il suo predecessore.
Attualmente la presidenza ad interim è stata affidata al vicepremier e ministro delle Finanze, Choi Sang-mok, che si è presto trovato di fronte a un altro disastro: l’incidente aereo di Muan, costato la vita il 29 dicembre scorso a 179 su 181 passeggeri di un volo della compagnia low-cost Jeju Air, il peggior incidente aereo mai avvenuto sul suolo sudcoreano.