Corea del Sud, la legge sull’aborto dichiarata incostituzionale
La Corte Costituzionale della Corea del Sud giovedì 11 aprile ha dichiarato incostituzionale una legge di 66 anni fa che vietava l’aborto. La legge del 1953 definiva l’interruzione volontaria di gravidanza come un reato punibile con anche due anni di carcere. Le donne, con questa legge, potevano essere multate e incarcerate, fatta eccezione per i casi di stupro, incesto o rischi per la loro salute.
La Corte ha deciso che la legge dovrà essere riscritta entro la fine del 2020. Se i legislatori non rispettano tale termine, la legge diventerà nulla. Attualmente rimane in vigore.
A Seul, fuori dalla sede della Corte Costituzionale, si sono svolte due manifestazioni: una delle persone a favore dell’aborto, e l’altra di quelle contrarie.
La corte ha dato al Parlamento fino alla fine del 2020 la revisione della legge. Il verdetto rappresentava una pietra miliare, seppur provvisoria, vittoria per i difensori dei diritti di aborto, che hanno fatto campagna per l’abolizione della legge come un passo importante nel rafforzamento dei diritti delle donne.
La Corea del Sud è uno degli ultimi paesi ricchi del mondo a vietare l’aborto, a cui sono contrari i molti cristiani evangelici del paese.