Convocato un vertice d’emergenza sul futuro dell’Ue senza il Regno Unito
Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, ha dichiarato di voler mantenere l’unità dell’Europa, nonostante la vittoria del leave nel referendum sulla Brexit
I governi dei 27 paesi dell’Unione Europea si incontreranno la prossima settimana senza il Regno Unito nella riunione del Consiglio europeo, per valutare cosa fare nel prossimo futuro ed evitare una crisi sistemica.
Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, l’organo che riunisce i capi di stato e di governo degli stati membri, ha dichiarato di voler mantenere l’unità dell’Europa, nonostante la vittoria del leave nel referendum sulla Brexit.
“Non nascondiamo che avremmo voluto un risultato diverso nel referendum di ieri”, ha affermato a freddo, la mattina del giorno dopo, a Bruxelles. “Non c’è modo di prevedere le conseguenze politiche di questo evento, specialmente per il Regno Unito. È un momento storico, ma non è tempo di reazioni isteriche. Quello che non uccide fortifica”.
Questo weekend, i leader europei prepareranno il summit della settimana prossima e le priorità del meeting verteranno sulla prevenzione di possibili contagi immediati ad altri stati.
Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo, è ottimista in questo senso: “non ci sarà nessun effetto domino, come vorrebbero gli euroscettici. Non succederà”, aggiungendo che difficilmente gli altri paesi vorranno perseguire una strada così pericolosa e incerta.
Anche i governi degli stati europei cercano di mantenere lo stesso approccio fiducioso, nonostante lo shock e le celebrazioni dei movimenti e dei partiti antieuropeisti. Matteo Renzi, presidente del consiglio italiano, ha sottolineato che comunque la lezione va imparata: “dobbiamo cambiare per renderla più umana e giusta, ma l’Europa è la nostra casa e il nostro futuro”.
Sarà dunque il nuovo governo britannico ad avvalersi eventualmente dell’articolo 50 del trattato di Lisbona per recedere ufficialmente dall’Unione europea. Sarà la prima volta che tale strumento verrà usato in forma ufficiale. L’intero processo durerà anni.
Gli effetti del voto forse non saranno immediati, ma nel lungo termine potrebbero essere sistemici e generare un effetto domino nei confronti degli altri stati membri.
Nel frattempo, il Regno Unito continuerà a disporre formalmente dei poteri derivanti dalla membership, ma di fatto i diplomatici britannici saranno messi da subito ai margini delle discussioni.