La contro-protesta degli attivisti dei diritti Lgbt messicani
I sostenitori dei diritti Lgbt hanno marciato a Città del Messico in risposta alle proteste del 10 settembre di un gruppo di oppositori del matrimonio tra omosessuali
I sostenitori dei diritti Lgbt hanno marciato a Città del Messico in risposta alle proteste di sabato 10 settembre di un gruppo di oppositori del matrimonio tra omosessuali.
I manifestanti portavano striscioni con le scritte: “Io rispetto la tua famiglia, rispetta la mia”.
Il cardinale di Città del Messico, Norberto Rivera Carrera, ha negato che la chiesa cattolica fosse coinvolta nelle proteste di sabato.
Nel mese di maggio, il presidente Enrique Peña Nieto aveva proposto un disegno di legge per la legalizzazione del matrimonio omosessuale a livello nazionale.
Il matrimonio gay è legale solo a Città del Messico e in altri tre stati. Altri hanno accordi meno formali.
Le marce di sabato sono state organizzate in varie parti del paese da una organizzazione cattolica, il Fronte Nazionale per la Famiglia.
Nonostante il rifiuto ufficiale della Chiesa cattolica di partecipare all’iniziativa, in alcuni stati dei sacerdoti hanno preso parte alle marce. In Messico non vi erano manifestazioni così grandi su questioni sociali e religiose dagli anni Trenta.